

Il 14 settembre 2000 andava in onda la prima edizione del Grande Fratello su Canale 5: 99 giorni, 10 concorrenti e ascolti record. A 25 anni di distanza l’analisi, le curiosità raramente mostrate e i momenti iconici che hanno rivoluzionato la TV.
Il 14 settembre 2000 la televisione italiana voltava pagina. Quella sera, in prima serata su Canale 5, andava in onda un programma che avrebbe cambiato la grammatica del piccolo schermo: il Grande Fratello. Condotto da Daria Bignardi con Marco Liorni inviato all’esterno della famosa Porta Rossa, il format era l’adattamento italiano del Big Brother olandese prodotto da Endemol.
Per la prima volta, dieci sconosciuti venivano isolati dal mondo e osservati 24 ore su 24 dalle telecamere di Cinecittà. Il pubblico non era più solo spettatore, ma arbitro, grazie al televoto che decideva chi restava e chi usciva. Era un esperimento sociale in piena regola, ma soprattutto un laboratorio televisivo che aprì una nuova era.
Dall’inizio silenzioso alla rivoluzione rumorosa
Se oggi il reality show è un genere consolidato, nel 2000 non era mica scontato il suo successo, anzi, era una scommessa. La prima puntata del Grande Fratello italiano raccolse 5,4 milioni di spettatori con il 24,78% di share: un risultato buono ma non eccezionale per Canale 5, abituata allora picchi più alti con la fiction o con i grandi varietà.
Molti guardavano con diffidenza questo “esperimento sociale”, percepito come qualcosa di diverso e difficile da incasellare. Ma quella partenza diffidente, timida, solo discreta, era il preludio a un crescendo senza precedenti: puntata dopo puntata, la curiosità si trasformò in fenomeno, fino a un’esplosione di ascolti che avrebbe portato la finale del 21 dicembre 2000 a oltre 16 milioni di spettatori, con quasi il 60% di share.
Una crescita che racconta bene come il programma, inizialmente visto come bizzarria, divenne in poche settimane la conversazione nazionale.
Uno degli elementi più rivoluzionari fu la scelta del cast. Non attori, non conduttori, non cantanti: dieci persone comuni, selezionate per le loro storie e personalità. Un’anomalia per una televisione che, fino ad allora, aveva messo in primo piano figure dello spettacolo e volti già noti.
La vittoria andò a Cristina Plevani, ma a catalizzare l’attenzione fu soprattutto Pietro Taricone, con il suo carisma e la storia d’amore con Cristina che accese i cuori del pubblico. C’era poi Salvo Veneziano, pizzaiolo siciliano dall’energia incontenibile, che arrivò secondo, e Marina La Rosa, etichettata come la “gatta morta” per il suo atteggiamento civettuolo e provocatorio. Nel gruppo anche Roberta Beta, Lorenzo Battistello, Rocco Casalino, Sergio Volpini, Maria Antonietta Tilloca e Francesca Piri. Figure diversissime, che rappresentavano in maniera quasi archetipica tante facce dell’Italia di allora. Per questo il pubblico riuscì a riconoscersi e a specchiarsi nei concorrenti come mai era accaduto prima.
Ogni grande fenomeno televisivo lascia in eredità immagini iconiche, e il primo Grande Fratello non fa eccezione. Dal bacio tra Cristina e Pietro alle discussioni esplosive tra Salvo e gli altri coinquilini, il record di nomination raccolte dalla determinata Roberta Beta, passando per le provocazioni di Marina La Rosa, ogni episodio diventava immediatamente materia di dibattito pubblico.
Persino le incursioni esterne, come i tentativi di comunicare con i concorrenti dall’esterno della Casa, alimentarono la leggenda. Ma il vero colpo di genio fu l’impianto mediatico costruito intorno al reality: la diretta h24 su Stream TV, il portale web Jumpy, le strisce quotidiane su Canale 5 e perfino una rivista in edicola. Per la prima volta, un programma televisivo riusciva a invadere tutte le piattaforme disponibili, anticipando quello che oggi chiameremmo “ecosistema transmediale”.
Le incursioni esterne e i momenti cult (ricordati e non)
Dicevamo, appunto, un altro aspetto che contribuì a rendere indimenticabile la prima edizione del Grande Fratello furono le continue incursioni dall’esterno e i collegamenti con altri programmi televisivi. La casa di Cinecittà non era soltanto osservata dal pubblico, ma diventò in poche settimane un bersaglio costante della satira e della curiosità del piccolo schermo.
Approfittiamo per ricordare Emilio Fede, scomparso nemmeno due settimane fa, per citare la sua ospitata del 14 dicembre 2000, in occasione della semifinale, fece il suo ingresso travestito da Babbo Natale. Fu l’unico giornalista ad entrare nella casa in quella stagione (ed era ancora saldamente alla direzione del Tg4), portando un momento surreale e divertente che spiazzò i concorrenti rimasti in gioco – Pietro Taricone, Cristina Plevani, Rocco Casalino e Salvo Veneziano – e allo stesso tempo ribadì quanto il reality fosse diventato un vero evento nazionale, capace di coinvolgere persino i volti dell’informazione.
Non mancarono, però, episodi decisamente più controversi. Nei primi giorni di novembre 2000 Striscia la Notizia tentò di recapitare un tapiro d’oro con un messaggio all’interno della casa. Nella lettera si segnalava che i microfoni senza fili indossati costantemente dai concorrenti — tolti solo durante il sonno — potevano essere potenzialmente pericolosi per la fertilità maschile, secondo alcuni studi. La regia impose ai concorrenti di ignorare il messaggio, ma Pietro Taricone, incuriosito e preoccupato, lo lesse comunque. Scoperta la notizia, minacciò persino di abbandonare volontariamente il gioco, salvo poi restare nella competizione. Fu uno dei momenti più tesi della stagione, a dimostrazione di come il confine tra gioco televisivo e vita reale fosse comunque sottilissimo.
Anche Quelli che il calcio provò più volte a interferire. Una domenica pomeriggio, utilizzando una mongolfiera che sorvolò l’area della casa, tentò di comunicare ai concorrenti i risultati delle partite di Serie A. Per impedire che il messaggio arrivasse a destinazione, la produzione alzò la musica a volume altissimo e ordinò ai concorrenti di non uscire in giardino, pena la squalifica. L’operazione non andò a buon fine, ma rimase negli annali per la sua originalità. Sempre dallo stesso programma, il 17 dicembre 2000 fu la volta di Francesco Paolantoni, che travestito da marziano fece volare un piccolo disco volante telecomandato sopra la casa.
Quell’episodio assunse una dimensione ancora più curiosa. In pochissimi sanno che fu seguito in contemporanea persino da Buona Domenica su Canale 5, dove Maurizio Costanzo, ospitando gli ex concorrenti già eliminati, mostrò loro in diretta televisiva il tentativo di comunicazione messo in piedi dal programma di Rai 2.
— VL (@videolallero) September 14, 2025
Un momento di vera meta-televisione, in cui un reality show di Canale 5 e un varietà della stessa rete seguivano insieme le incursioni di un’altra trasmissione Rai: un intreccio di linguaggi che racconta meglio di qualunque altro episodio quanto il Grande Fratello fosse diventato un fenomeno capace di catalizzare l’attenzione di tutta la televisione italiana.
Perché il primo Grande Fratello quell’impatto?
La risposta sta in un mix di fattori. Innanzitutto la semplicità dell’idea: dieci sconosciuti in una casa, osservati senza filtri. Poi la riconoscibilità sociale: non star, ma ragazzi e ragazze comuni, con cui chiunque poteva identificarsi. A questo si aggiungeva la ritualità televisiva, con l’appuntamento settimanale in prima serata e le strisce quotidiane che alimentavano la curiosità. Infine, il televoto: per la prima volta lo spettatore poteva intervenire in modo concreto, decidendo il destino dei concorrenti e sentendosi parte integrante del programma. Il Grande Fratello trasformava il pubblico da passivo a protagonista.
Lo spartiacque tra la tv di ieri e di oggi
Quel 14 settembre 2000 segnò uno spartiacque. La televisione italiana scoprì che poteva raccontare storie vere con lo stesso ritmo della fiction e che la quotidianità, trasformata in spettacolo, poteva appassionare milioni di persone. Da lì in poi, il panorama televisivo si aprì a talent, dating show e docu-reality, tutti figli di quell’esperimento. Alcuni protagonisti del cast divennero icone pop: l’indimenticato Pietro Taricone con la sua parabola, Rocco Casalino con la successiva carriera politica, Marina La Rosa come volto televisivo degli anni Duemila. Altri sparirono dalla scena, ma tutti hanno lasciato un segno in quell’album collettivo che ancora oggi viene ricordato.
Una data da ricordare
A 25 anni di distanza, la prima edizione del Grande Fratello resta qualcosa di irripetibile. Non solo per i suoi ascolti, ancora oggi impressionanti, ma per il contesto in cui si collocò: un’Italia che muoveva i primi passi nella tv interattiva e nei nuovi media, pronta a lasciarsi sorprendere da dieci ragazzi chiusi in una casa.
Quell’esperimento non si fermò al solo intrattenimento: fu il momento in cui la televisione smise di limitarsi a raccontare il mondo e decise di metterlo sotto una lente, trasformandolo in spettacolo. Per questo, il 14 settembre 2000 non è solo la data di debutto di un reality show, ma l’inizio di una nuova epoca televisiva che, con tutte le sue evoluzioni, qualsiasi cosa si dica, continua ancora oggi e continuerà dal 29 settembre con l’approdo di Simona Ventura alla conduzione.



