

Bruno Barbieri 4 Hotel è tornato con i suoi nuovi episodi a regalare un po’ di ‘effetto vacanza’ ai telespettatori appena tornati dalle ferie – per chi ha potuto farle – partendo dall’Isola d’Elba per la prima sfida dell’Autunno 2025. Il format funziona sempre, Barbieri è sempre più raggiante, ma il contesto è un po’ cambiato: e 690 euro per un letto a scomparsa sia pur con vista meravigliosa non si può sopportare…
L’ottava edizione di Bruno Barbieri 4 Hotel ha inaugurato la stagione degli inediti Sky: il primo appuntamento di questo nuovo ciclo, in onda dal 7 settembre ogni domenica in esclusiva su Sky e in streaming solo su Now, ci ha portato sull’Isola d’Elba, che abbiamo potuto ammirare in tutta la sua bellezza prima della devastante inondazione del 9 settembre. Nelle prossime puntate, Barbieri raggiungerà Trapani, L’Aquila e il Wild Abruzzo, la Riviera di Ulisse (in provincia di Latina), Bari, le Colline Senesi, Parma e la food valley, Bergamo.
Il format – una produzione Sky Original realizzata da Banijay Italia – funziona sempre. Come abbiamo più volte avuto modo di scrivere (in altre sedi), la competizione funziona, la struttura del racconto è blindata, il coinvolgimento non manca perché tutti noi siamo – o siamo stati – fruitori di servizi alberghieri.
Barbieri ci ha educato. L’occhio clinico dello chef esperto di hotellerie ha, anzi, aiutato noi clienti nel tempo a ‘sgamare’ disservizi e sciatteria, a guardare con sospetto i runner poggiapiedi e i cuscini raccoglipolvere, a essere più esigenti – ma non per questo maleducati -, a porre attenzione alle questioni ecologiche, imparando ad apprezzare i kit cortesia ecosostenibili, pur odiando i dispenser a parete nelle docce. Insomma, 4 Hotel ci ha insegnato finora ad essere clienti attenti e dovrebbe aver insegnato agli albergatori ad essere coerenti con la propria proposta e aperti alle critiche e alle esperienze altrui. Anche se sembra che le tante edizioni di 4 Hotel abbiano spinto gli albergatori più ad affinare le proprie strategie – talvolta sleali – per la vittoria più che motivarli al miglioramento. E qui sembrebbe riscontrarsi una tendenza dell’ospitalità post-Covid – non quella televisiva, ma reale – che amareggia un po’: quella della ‘spoliazione’ del cliente.
Il principe Barbieri impera, ma è tempo di ‘sbilanciarsi’…
Il riferimento napoleonico per l’esordio della puntata all’Elba è un manifesto: Bruno Barbieri proclama ‘principe’ e impera sul format, sempre un po’ di più. Ed è un bene, perché per seguire le ‘bassezze’ di albergatori pieni di sé c’è bisogno di qualcuno che elevi lo sguardo e che faccia divertire con le sue trovate, i suoi slanci di entusiasmo, il suo sguardo quasi infantile sulle novità che lo entusiasmano. Sulla scia di questo entusiasmo – e del bonus Special di 4 Ristoranti – arriva anche il “Barbieri Plus” a sancire il ‘regno’ del principe: si tratta di un bonus di 5 punti assegnato alla struttura capace di colpirlo con qualche inatteso “wow, wow, wow”, suo marchio di fabbrica insieme all’immancabile topper. In questo caso il bonus è andato alla struttura che ha garantito una vista mozzafiato: e qui si inizia a sentire qualche ‘scriocchiolio’…
Diciamo che qui entra in gioco ‘l’experience’ da turista di ciascuno di noi. In questi anni di 4 Hotel il contesto della ricettività e del turismo è un po’ cambiato: il Covid ha dato la stura a una sorta di ‘liberi tutti’, insieme a una normativa non proprio inoppugnabile su affitti brevi, case vacanza e B&B e così tutti si sono sentiti liberi di ‘vocarsi’ all’ospitalità. In questo, 4 Hotel insegna a ribadire l’ovvio, ovvero che l’ospitalità è una cosa seria e chiama in causa strutture non ‘improvvisate’, ma con una storia e una esperienza alle spalle (e speriamo che in questo i criteri di selezione siano sempre più stretti). Aggiungerei che è anche ora, proprio per marcare la differenza tra professionisti e avventizi, di evidenziare un altro punto essenziale: non basta avere un letto in una zona di prestigio – per comodità o per panorama – per esigere tariffe fuori dalla grazia del Signore. Non basta aver ereditato dai nonni un quartierino in centro o un monolocale vista mare per sparare cifre ‘all’urbigna’ come direbbe Camilleri.
Visti i tempi, c’è forse qualcosa da rivedere nel format, che potrebbe passare – a mio avviso – per un maggior impegno di Barbieri nel vestire il ruolo di cliente ‘comune’ ed essere meno ‘accomodante’ con gli albergatori. Certo, è un po’ un cambio di paradigma: se si è principe non si può essere stallieri, ma è anche vero che l’ospitalità dovrebbe tendere a ‘coccolare il cliente’ al netto del proprio expertise (e qualcuno direbbe che l’impegno è quello di ‘trattarli da Lord…’, sempre).
E’ vero che i ‘Barbieri test’ sono aguzzi (dal cambio del materasso singolo in matrimoniale alle uova alla Napoleone chieste a colazione) e pensati per mettere in difficoltà i partecipanti, ma è anche vero che sono ‘eccezioni’ utili alla tv e somministrati dal Principe in persona: difficile dire di no a un principe, ma è in generale difficile trattare male qualcuno quando sai di essere in tv.
Il contesto si fa importante
Finora Barbieri ha cercato, con grande equilibrio, di vestire entrambi i ruoli, con una signorile accortezza a non ‘bacchettare’ chi nell’hotellerie lavora e ha investito. Un giudice che commenta da cliente, ma che non infierisce da ‘collega’, un arbiter che interviene da esperto globetrotter, ma che non può essere considerato un ‘simulacro’ del telespettatore: un aspetto questo anche giusto perché noi a casa non siamo Barbieri. Barbieri fa Barbieri ed è anche giusto che sia così. Ma a questo punto, in un’estate che ha avuto come colonna sonora “Nothing beats a Jet2 holiday” avanzo un appello da telespettatrice e consumatrice che ha stima per l’esperto: principe, prenda un un po’ di più le nostre parti, quelle di consumatori comuni. In fondo anche noi ‘investiamo’ in quello che vorrebbe essere un’esperienza piacevole e non solo una macchina ‘strizza-denaro’ e vorremmo avere un minimo di rapporto tra costi e servizi, tanto più che la crisi morde, tutti.
La tv, in questo, è un’ottima risorsa per ricordare a clienti e professionisti i propri doveri e i propri limiti: basta un Barbieri un pochino più critico sui malcostumi in atto – non necessariamente rivolti a chi partecipa al programma per non venir meno all’impegno di tutelare i professionisti – per far sentire noi clienti, non solo telespettatori, un po’ più ‘difesi’ dal principe dell’hotellerie. Possono assumere la forma di pillole, di consulenze, di suggerimenti ai professionisti – non arrivo al freeze di Borghese, per intenderci -, ma possono essere importanti anche per portare 4 Hotel nella ‘vita reale’, spostandola dall’idilliaco universo del ‘va bene tutto, Madama la Marchesa’, basta che ci sia il topper. Una formula che lo veda più consulente e meno ‘arbiter’, insomma. E se non si può pazienza: diciamo che però l’effetto “wow, wow, wow” rischia di perdersi di fronte all’esosità di certe richieste.
Certo, a parlare è la crisi, senza dubbio. Ma è anche il bisogno di riportare il ‘mercato turistico’ a una dimensione più umana: un’analisi diacronica delle puntate di 4 Ristoranti e 4 Hotel offrirebbe un resoconto plastico di come è cambiata l’offerta in questi anni. Magari è arrivato il momento di darsi una regolata: e chi meglio di un principe, peraltro autorevole e competente, potrebbe guidare la ‘svolta’?
PS: mi allargo, ma ne approfitto per un altro appello: non può costare tutto “la bellezza di…”