Bambole di pezza a Sanremo 2026

Rock punk all’italiana, direttamente da Milano e dai primi 2000. Chi sono le Bambole di pezza?

Bambole di pezza: gli esordi

Quando le Bambole di pezza sono uscite con il loro primo disco era il 2002: Crash Me usciva per l’etichetta Tube Records, casa discografica fondata nel 1997 a Gornate Olona, paese di poco più di duemila abitanti nel varesotto. Crash Me era un disco punk-rock, non esattamente un genere di massa in Italia. Non solo: la scena di nicchia punk-rock era dominata da formazioni quasi esclusivamente maschili: Punkreas, Derozer, Porno Riviste (questi ultimi avevano pubblicato il loro disco d’esordio proprio con la Tube Records), Gerson, Jolaurlo (che se non altro avevano una voce femminile, Marzia Stano, anche autrice dei testi).

In questo scenario, l’emergere di una band composta interamente da donne rappresentava una vera e propria rottura rispetto ai canoni del genere in Italia.

Crash Me era un disco energico, grezzo, privo di sovra-produzioni, che privilegiava l’impatto immediato e la velocità esecutiva. L’immaginario visivo mescolava l’aggressività del punk con un’estetica “bamboleggiante” ma “rovinata”, anticipando temi di decostruzione degli stereotipi femminili. Nel tour promozionale di Crash Me, le Bambole di pezza aprirono il tour degli Ska-P, gruppo ska-punk spagnolo.

Sul loro canale YouTube hanno caricato il video del loro primo singolo del 2002, Le streghe, a febbraio del 2007. YouTube esisteva da appena due anni.

Bambole di pezza: dall’Ispettore Coliandro a Strike

Un esempio emblematico di questa trasversalità è la loro partecipazione alla serie televisiva cult L’ispettore Coliandro, nell’episodio “Il giorno del lupo” (c’è un’altra guest star in quell’episodio: Carlo Lucarelli, nei panni di un portantino). Le Bambole di pezza ma appaiono in scena interpretando loro stesse ed eseguendo proprio il brano Le Streghe. Questa apparizione ha cristallizzato l’immagine della band nell’immaginario collettivo – per quanto di nicchia – come simbolo di ribellione femminile, un archetipo che sarebbe rimasto latente durante gli anni di inattività. 

Nel 2004 pubblicano il loro secondo album, Strike: nel frattempo hanno cambiato etichetta e sono passate alla Alternative Produzioni: al punk si aggiungono altre sonorità “sporche” che ricordano in grunge e il rock britannico.

Bambole di pezza e Kiss me Licia

In un crossover che ha quasi dell’incredibile, nell’album Strike le Bambole di pezza fanno la cover di una canzone che si intitola Freeway.

 

Vale la pena di spendere due parole per l’originale: con testo di Alessandra Valeri Manera (in arte Alinvest) e musica originale di Yuuchiro Oda, Freeway faceva parte dell’album Kiss me Licia e i Bee Hive, colonna sonora della versione italiana dell’anime Kiss me Licia. Era stato tra gli album più venduti in Italia nel 1986 e fu anche il primo disco di platino di Cristina D’Avena.

Bambole di pezza: la presenza-assenza

Dopo Strike, alle Bambole di pezza succede un po’ di tutto. Archiviato il cambio vocale (la cantante Micky era stata sostituita da Rox Randisi) organizzarono il festival/tournée Rockgirls con varie band femminili e uno spazio dedicato alle associazioni che sostenevano problematiche legate a disturbi alimentari e alla violenza sessuale. Nel 2007 collaborano con un gruppo rap milanese, Sano Business. Poi spariscono, per riapparire nel 2014 e celebrare il decennale di Strike con una reunion. Segue una pausa lunga otto anni che termina nel 2022, quando le chitarriste della formazione originale, Morgana e Dani Piccirillo, fanno ripartire la band: a loro si aggiungono Martina Cleo Ungarelli alla voce, Caterina Dolci (Kaj) al basso e Federica Rossi (Xina) alla batteria. Le vediamo al concerto in Piazza della Scala a Milano con i Rezophonic. È il primo maggio del 2022. Poi a giugno esce il singolo Favole, quindi il singolo Rumore, tributo a Raffaella Carrà.

Ma la cosa interessante è che la lunga assenza dalle scene dopo appena due album pubblicati ha contribuito a mitizzare il progetto. Mentre il mercato musicale cambiava radicalmente, passando dal supporto fisico allo streaming liquido, il nome “Bambole di Pezza” continuava a circolare come riferimento imprescindibile per chiunque volesse approcciare il rock al femminile in Italia, preparando il terreno per un ritorno che non sarebbe stato percepito come un’operazione nostalgia, ma come una necessaria riappropriazione di uno spazio.

Dirty

A luglio del 2023 pubblicano l’album “Dirty”: sette brani che spaziano dal pop-punk al rock alternativo. Un momento cruciale di questo biennio è rappresentato dall’attività live di alto profilo: le Bambole di Pezza vengono selezionate come opening act per la data dei Mötley Crüe e Def Leppard all’Ippodromo di San Siro a Milano. Parallelamente, la band intensifica il proprio impegno sociale. Il concerto-evento all’Alcatraz di Milano nel novembre 2023, organizzato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, registra il tutto esaurito. Le Bambole di Pezza non sono solo una band ma anche delle attiviste culturali, capaci di mobilitare il proprio pubblico su tematiche civili urgenti.

Bambole di pezza: Wanted

A marzo del 2025, otto mesi prima dell’annuncio che le conferma in gara a Sanremo 2026, pubblicano il concept-album Wanted. Nell’album ci sono collaborazioni con Jack Out, J-Ax, Divi (il cantante dei Ministri) e con Mille.

Traccia Collaborazione Analisi
1. Capita Opener. Un brano descritto come una “catapulta”, progettato per l’apertura dei live. Il testo è una critica sociale tagliente all’Italia del 2025, che riprende la tradizione del combat rock ma con suoni moderni.
2. Senza Permesso Uno dei vertici produttivi. La canzone celebra l’amore libero e “fuorilegge”, rifiutando le etichette sociali. Musicalmente, si distingue per una cura del suono maniacale che la critica ha definito “rara in Italia” per il genere.
3. Wanted Jack Out Title Track. Una ballad non convenzionale che esplora il tema dell’essere ricercati (metaforicamente e sentimentalmente). La presenza di Jack Out aggiunge una venatura emo-trap che modernizza il sound.
4. Cresciuti Male J-Ax Key Track. Definita dalla critica come la “La Mia Ragazza Mena Pt. 2”, è un inno generazionale che unisce la vecchia scuola (J-Ax) con la nuova attitudine delle Bambole. Il testo rivendica l’orgoglio di essere “sbagliati” agli occhi della società conformista.
5. Maledetta Il brano più sperimentale. Qui la band osa ibridare il punk con 808 e metriche rap, dimostrando di aver assorbito la lezione del pop-punk revival internazionale (es. Machine Gun Kelly) senza perdere identità.
6. Cento Un momento di decompressione. Brano malinconico che funge da spartiacque emotivo all’interno della tracklist, mostrando il lato più vulnerabile del gruppo.
7. Pagine DIVI (Ministri) Collaborazione che sposta l’asse verso l’alternative rock italiano più colto. L’interazione vocale con Divi crea un dialogo intenso e maturo.
8. My Band Un “banger” celebrativo. La critica vi ha rintracciato echi di Gwen Stefani e Beastie Boys, sottolineando il groove trascinante che dal vivo promette di “far crollare lo stadio”.
9. Atlantide Mille Il pezzo più “radiofonico” e pop del lotto. Si discosta dall’aggressività delle altre tracce per abbracciare melodie più aperte, quasi un preludio alle sonorità sanremesi.
10. Stuntman Power Ballad. Rilasciata come singolo nell’aprile 2024, è un inno alla resilienza femminile. L’arrangiamento è sontuoso e la prova vocale di Cleo è tecnicamente complessa, rendendola una sfida esecutiva dal vivo.
11. ZenZero Singolo estivo del 2024. Gioca linguisticamente sul concetto di “Generazione Zen-Zero” (Gen Z), affrontando le ansie e la frenesia moderna con un approccio ironico e un ritmo in levare.

Sempre nel 2025 fanno il tour Senza permesso, che si apre simbolicamente a Torino in coincidenza con la festa della donna, suonano al concertone del Primo Maggio, al botanique Festival di Bologna, a Modena. Proseguono il loro percorso di attivismo: la partecipazione a eventi contro la violenza di genere non è occasionale ma strutturale. La band usa i propri canali social e le interviste per educare il pubblico su temi come il consenso, l’empowerment e la parità di genere nell’industria musicale.

Bambole di pezza a Sanremo

“Essere una band femminile su quel palco è una responsabilità, un simbolo, una promessa”, hanno detto dopo l’annuncio. È una frase che sintetizza la loro consapevolezza del ruolo di role model.

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