

La conduttrice dell’indimenticato Oggi è un altro giorno è tornata nella tv di stato nelle vesti di opinionista pasionaria. Nella puntata del 1º novembre di Bar Centrale, condotto da Elisa Isoardi, ha preso una posizione netta in difesa delle donne violate online dall’AI
Dopo un anno di lontananza dal video, si è realizzato il grande ritorno di Serena Bortone nel daytime della tv di stato. Era l’estate del 2024, quando la dipendente Rai preferì lasciare la tv e “accontentarsi” del programma 5 in condotta su Rai Radio2, pur di dar prova della propria integrità e fedeltà a sé stessa. La conduttrice era reduce da un trasloco complicato da Oggi è un altro giorno, programma di successo che mischiava alto e basso nel daytime di RaiUno, a Che sarà, talk politico che ereditava il vuoto ingombrante lasciato da Che tempo che fa nell’access di Rai3. Nel corso di quella esperienza, citando il quotidiano La Stampa,
Serena Bortone ha ottenuto sei giorni di sospensione come sanzione disciplinare, dopo il procedimento disciplinare aperto per il caso Scurati. Bortone era stata sottoposta a procedimento disciplinare per aver denunciato sui social la mancata messa in onda del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile, previsto inizialmente nel suo programma Che sarà.
In seguito a questa vicenda, che vide i vertici Rai negare ogni forma di censura, fu prospettata per la Bortone una riconferma nella stessa fascia, ma con un programma incentrato unicamente su cultura e spettacolo. A quel punto emerse la scelta da parte della conduttrice di rifiutare l’ennesimo ricollocamento televisivo e di preferire uno spazio in radio in cui poter continuare a trattare qualsiasi argomento, anche di politica. Per un anno ha, così, trovato asilo catodico come ospite su La7 dei talk show 8 e mezzo e In altre parole, smentendo il rumor che la voleva in arrivo su Canale5 (una sua ospitata a Verissimo a maggio 2024 lasciò presagire una trattativa non andata in porto).
Dobbiamo alla lungimiranza e alla solidarietà femminile di Elisa Isoardi – che non ha avuto paura di chiamare al suo fianco una collega di peso – l’intuizione di arruolare una giornalista libera e dalle opinioni vigorose nel nuovo programma di infotainment del sabato pomeriggio di RaiUno, Bar Centrale. In un azzeccato terzetto arricchito dalla esperta di benessere Rosanna Lambertucci e dal poeta Davide Rondoni, Bortone sta confermando ogni puntata che passa di essere “tutto fuorché scontata”: cosi si è definita lei stessa per replicare a una critica mossale dal vicino di poltrona.
Un acceso, ma costruttivo, botta e risposta è andato in onda nella puntata del 1º novembre tra Bortone e Rondoni. I due opinionisti fissi hanno discusso del caso di ricorso all’intelligenza artificiale per denudare donne famose dello spettacolo e del giornalismo italiano, facendone circolare le foto su siti web. Una querelle su una vicenda di attualità, che è stata confrontata anche ad altre notizie simili, ha riportato al centro del dibattito il ruolo e le responsabilità del maschio nei media contemporanei, un tema diffusosi in maniera esponenziale nella narrazione televisiva.
Le persone, gli uomini e le donne, trovano charme nelle cose ripugnanti, diceva Baudelaire. Non dobbiamo stupirci: la nostra natura è fatta anche di queste cose. Non facciamo la gara di chi è meglio o peggio. Magari le donne hanno altre perversioni. È un discorso falso e scontato, questo. Parliamo una volta anche di altro, visto che si parla solo della violenza degli uomini sulle donne. Il problema è un altro: questo tipo di editoria nuova, molto potente, è senza responsabilità. Quale editore paga questa faccenda che è successa?
(Davide Rondoni, poeta)
Perché sono solo gli uomini a fare questo? Io non vedo siti di fotomontaggi realizzati da donne, a cui pure piacciono degli uomini belli. A nessuna di noi verrebbe in mente di ricostruire il corpo nud0 di un uomo per riderci sopra. Esiste nel web tutta una pletora di cosiddetti incel, incelibi volontari che odiano le donne e vorrebbero tornare a un rapporto patriarcale per cui le donne si sposano e sono, in qualche modo, sottomesse. Questo tema dovrebbe interessare agli uomini, in primo luogo.
(Serena Bortone, giornalista)
Difficilmente il pubblico della tv di stato è mai stato istruito su una terminologia così tecnica che, invece, fa parte di uno storytelling molto contemporaneo sulla tv in streaming.
Adolescence, Machos Alfa, You: Netflix e la cultura incel
ATTENZIONE: RISCHIO SPOILER

La piattaforma che ha più contribuito al racconto della mascolinità tossica e delle sue manifestazioni contemporanee è sicuramente Netflix. Nella primavera 2025 faceva il suo debutto la serie più vista di sempre in streaming, Adolescence, che ha superato il record mondiale di visualizzazioni con numeri superiori ai 66 milioni: da allora sono stati surclassati altri fenomeni di costume, ben più rassicuranti, come Bridgerton, Emily in Paris e Mercoledì. La storia del tredicenne Jamie (Owen Cooper) accusato di femminicidio ha portato sulla scena uno spaccato misogino delle nuove generazioni e della loro capacità di aggregazione nella manosfera, un avamposto web di odiatori delle donne che si contrappone al femminismo. Così, il giovane protagonista della storia mostra progressivamente – al di là del suo coinvolgimento o no nel misfatto – la tendenza a dominare le figure femminili in cui si imbatte per la paura di esserne schiacciato.

Una rilettura più leggera del fenomeno, ma non priva di denuncia, ha trovato spazio nella terza stagione di Machos Alfa, serie spagnola che ha ispirato la versione italiana Maschi veri. Qui Santi (Gorka Otxoa), per conquistare una giornalista d’inchiesta di cui si è innamorato, decide di fingersi incel e di conferire in un incontro pubblico della categoria per raccontarne i lati oscuri. Risultato? Viene linciato dall’opinione pubblica come simbolo di una deriva da debellare.

Il 2025 è stato anche il gran finale della serie You, in cui il destino dell’omicida seriale Joe Goldberg (Penn Badgley) si intreccia per la prima volta con la denuncia anti-incel del web. La quinta stagione porta alla luce un racconto sommerso del personaggio e la sua apparente assoluzione nelle serie precedenti lascia spazio a colpe più profonde: una mentalità radicata di violenza sulle donne, la mania di controllo sulla loro indipendenza, un sentimento tossico di stalking e vendetta sulla partner di turno.
Benedetta Parodi tra le vittime difese da Serena Bortone

L’intervento di Serena Bortone si è posto, dunque, nel solco di un ampio e dilagante fenomeno sociale che l’ha vista appoggiare, tra le altre, una collega giornalista spogliata dall’AI e uscita allo scoperto sul web, Benedetta Parodi:
All’inizio non volevo affrontare l’argomento per non gettare benzina sul fuoco. Poi mi sono detta che bisogna far divampare un incendio e denunciare, condannare con tutte le nostre forze queste digustose forme di violenza, subdola e umiliante. È un dovere di chi, come me, ha la possibilità di far sentire la propria voce, pretendere giustizia per le donne giovani che non hanno la forza per difendersi e subiscono tutto questo in silenzio.
Per questo ci aspettiamo da Serena Bortone ulteriori prese di posizione mai banali, sempre ben informate e con quel tocco da “amica geniale” con cui Elisa Isoardi l’ha riaccolta, alla prima puntata, nei pomeriggi di RaiUno.






