

Sanremo Giovani 2025 sceglie l’AI per un promo “medioevo digitale”, mentre per lo spot di Sanremo 2026 si punta su piazze e flash mob. Due linguaggi, stesso rito collettivo.
La Rai imbocca ufficialmente la strada dell’intelligenza artificiale anche nei promo. E non con un test nascosto: lo fa con Sanremo Giovani 2025, cioè con un brand che più tradizione italiana di così si muore.
Un castello “un po’ artificiale”
Innanzitutto, guardiamo al contenuto: nel nuovo spot in onda sulle reti Rai (le cinque seconde serate partono l’11 novembre), Gianluca Gazzoli cavalca in abiti medievali verso un castello dichiaratamente finto, tant’è che la voce fuori campo strizza l’occhio: “un po’ artificiale“.
Dentro, sul trono, c’è Carlo Conti in versione Re: lo investe del ruolo di conduttore: “Messer Gazzoli, nel nome della musica io ti insignisco conduttore di Sanremo Giovani. A te spetta l’alto incarico di scovare le più soavi voci del reame“, e Gazzoli risponde solenne: “È un sommo onore per me, non la deluderò.” Mezzo minuto di fantasy in formato digitale per comunicare un messaggio chiaro: stiamo cambiando linguaggio.
Ma il promo di #SanremoGiovani ✈️#AscoltiTv pic.twitter.com/kgGMCV1ufa
— Che aria tira❔ (@cheariatira) November 6, 2025
Non solo teaser: la nuova grammatica del promo
Questa scelta è interessante per almeno tre motivi:
- l’IA sta diventando un nuovo punto di riferimento per la grammatica del promo in tv: rapidità di produzione, immaginario espandibile, risparmio e memetica pronta all’uso.
- L’autoironia (“un po’ artificiale“) disinnesca il mistero e rende il gioco dichiarato: sappiamo che è sintetico, lo si vede pure e va bene così.
- Sanremo si autorizza a giocare con i codici: dal varietà classico al racconto come in una favola ambientata nel medioevo, dove chi condurrà viene viene investito di una missione che gli potrebbe valere una nuova stella al petto.
Certo, il rischio è dietro l’angolo (e la discussione generata sui social comunque fa parlare): kitsch, eccesso di patina, quell’effetto “cartolina di plastica” che l’AI si porta ancora addosso. È una scelta consapevole: meglio dichiarare il finto e farne stile, che inseguire un realismo economico. Sui social il ‘sintetico’ colpisce di più, non sarà ‘vero’, ma non passa inosservato.

Questo promo non è solo un teaser, è un manifesto d’intenti. Dice che la promozione Rai può permettersi l’esperimento, che Sanremo Giovani non ha paura di contaminarsi e che l’AI, se trattata con ironia e regia, può diventare linguaggio e non semplice effetto speciale.
E dunque: quanto e come l’IA cambierà anche il modo di raccontare i riti televisivi, già da questa stagione?
Innovare il racconto, ma custodire la liturgia
Mentre Sanremo Giovani 2025 apre il file dell’Intelligenza artificiale trovando una fonte di innovazione per il suo ‘biglietto da visita’, la Rai mette in moto anche la sua macchina più “umana”, non cancella la tradizione: la affianca, la aggiorna, la rilancia. È una doppia pista comunicativa che racconta bene l’orizzonte Rai: gli effetti nuovi arrivano, ma l’antica liturgia resiste.
Per questo parte da Trento la registrazione dei promo del format “Tutti cantano Sanremo”, la campagna ideata dalla Direzione Comunicazione per la 76ª edizione del Festival in programma dal 24 al 28 febbraio prossimo. Venerdì 7 novembre, nella Piazza Duomo della città, dalle 12 alle 17 con chiamata aperta a tutti, in perfetto stile flash mob.
I passanti saranno coinvolti nel cantare due classici: Gianna (Rino Gaetano) e Che sarà (Ricchi e Poveri). In prima fila, la Banda Musega de Poza della Val di Fassa, diretta da Giancarlo Dorich, con una settantina di musicisti in divisa ispirata alla tradizione ladina: un modo per portare in primo piano identità locale e coralità nazionale.
La messa in onda degli spot è prevista dal periodo natalizio sulle reti Rai.
Questi i promo trasmessi all’inizio del 2025 per la scorsa edizione:






