L’equilibrio di Only Murders in the Building 5 regge ancora, ma non possiamo non farci una domanda

Dopo cinque stagioni Only Murders in the Building ha trovato un equilibrio che dona alla serie di Disney+ credibilità e garanzia di qualità. Ma mentre i tre protagonisti crescono, viene da chiedersi: quanto potrà durare il format così come era stato pensato al debutto?

Cinque anni di gialli, misteri, omicidi, legati sempre allo stesso palazzo e con gli stessi tre protagonisti. Only Murders in the Building è diventato ormai un caso più unico che raro, capace di massimizzare gli effetti di Cabot Cove (o di Gubbio e Spoleto, se vogliamo restare in Italia), riducendo ancora di più i confini dei delitti dentro le mura di un (seppur molto grande) palazzo condominiale.

La domanda è dunque lecita: dopo cinque anni Only Murders in the Building ha ancora qualcosa da dire? Il bello di questa serie, una delle più attese della tarda estate/inizio autunno, è l’essere apprezzata non solo dal pubblico appassionato di gialli, ma anche da coloro che sono in cerca di una comedy leggera, elegante e ben interpretata.

E’ questa la formula che ha permesso a questa serie, nata senza particolari pretese nel 2021, di diventare un appuntamento fisso: perché sì, il giallo vuole essere risolto, ma ormai sono Mabel, Charles ed Oliver i veri motori che tengono acceso l’interesse.

La quinta stagione: chi ha ucciso Lester?

La quinta stagione di Only Murders in the Building, su Disney+ dal 9 settembre (i primi tre episodi disponibili subito, i successivi rilasciati a cadenza settimanale), si apre con una perdita che ha scosso l’Arconia nel finale della quarta stagione: la morte improvvisa del portiere Lester, figura storica e amata dagli inquilini.

Il decesso viene liquidato dalla Polizia come un incidente, ma Charles, Oliver e Mabel non ci credono. Il trio decide così di indagare, ritrovandosi a inseguire indizi che li conducono non solo negli angoli più oscuri del loro palazzo, ma anche fuori dalle mura dell’Arconia, tra i meandri di una New York in trasformazione.

La loro ricerca li mette sulle tracce di una rete di segreti che intreccia miliardari spregiudicati, criminali della vecchia guardia e misteriosi nuovi vicini. In questa indagine emerge un contrasto forte tra la New York “classica”, che i protagonisti credevano di conoscere, e la città che cambia, dove il crimine tradizionale cerca di sopravvivere a forze emergenti ancora più pericolose.

Un cast di prim’ordine

Accanto al nucleo storico formato da Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez, ritroviamo Michael Cyril Creighton, sempre più centrale nel ruolo di Howard. Anche Meryl Streep torna nei panni di Loretta, in una stagione che continua a mescolare comicità e mistero con il contributo di un parterre di guest star impressionante.

Particolare attenzione è rivolta ai nuovi miliardari introdotti nella storia: Camila White (Renée Zellweger), figura di spicco del mondo del design; Bash Steeg (Christoph Waltz), genio della tecnologia in cerca di un modo per sfidare la mortalità; e Jay Pflug (Logan Lerman), giovane erede di una dinastia dell’“old money”. Tutti e tre entrano in scena con un peso rilevante, destinati a incidere nell’indagine e a complicare la vita del trio.

Il cast della nuova stagione include anche Téa Leoni, Keegan-Michael Key, Nathan Lane, Bobby Cannavale, Richard Kind, Da’Vine Joy Randolph, Beanie Feldstein, Dianne Wiest, Jermaine Fowler e molti altri.

La serie, co-creata da Steve Martin e John Hoffman, resta una produzione 20th Television per i Disney Television Studios, con il coinvolgimento di Dan Fogelman, Selena Gomez e Martin Short tra i produttori esecutivi.

Per accompagnare l’uscita è previsto anche un podcast ufficiale che raccoglie interviste e retroscena, oltre a una mini-serie digitale di sei capitoli che approfondirà temi e personaggi, dal passato oscuro dell’Arconia al mondo sotterraneo della criminalità newyorkese. Un’espansione dell’universo narrativo che conferma come Only Murders in the Building sia ormai molto più di una classica crime comedy.

Più di un crime, ma non una comedy: lo strano equilibrio dell’Arconia

Le premesse di OMITB sono state chiare fin dalla prima stagione: creare un meccanismo whodunnit (il classico giallo in cui si deve scoprire il colpevole) contaminandolo con vene comedy molto accentuate. L’equilibrio, raggiunto subito all’esordio, viene confermato di stagione in stagione: e se i casi e i personaggi ad essi legati si avvicendano nel corso degli anni, il vero “core” della serie sta nel trio di podcaster che indaga, sintesi perfetta dell’essenza della serie.

Only Murders in the Building 5 conferma ancora una volta le sue radici, riuscendo però quest’anno a fare di più. Perché se è vero che il caso di stagione resta centrale negli episodi, è altrettanto vero che gli sceneggiatori ora si stanno muovendo anche verso un’evoluzione (e, chissà, forse una chiusura) degli archi di Mabel, Charles ed Oliver.

Non più statici e incatenati ai loro appartamenti, ne scopriamo desideri, paure, invidie e ambizioni. E siamo abbastanza sicuri che se avete cominciate a seguire questa serie perché vi intrigano i gialli, siete rimasti a vederla per scoprire le prossime mosse delle vite dei tre protagonisti.

Un amaro confronto tra ieri e oggi

Questa stagione, inoltre, rafforza un altro aspetto della serie presente dagli esordi: Only Murders in the Building ha sempre utilizzato uno stile old fashioned ma aperto alla contaminazione. Dallo humor mai volgare alle location sempre eleganti e rappresentanti di una New York sempre più difficile da vedere sul piccolo e sul grande schermo, OMITB ha sempre avuto il coraggio di restare fedele alla propria idea di ironia mai urlata o scandita da tormentoni.

Al tempo stesso, il racconto non ha mai rifiutato il confronto con i tempi moderni, cosa che avviene molto di più nei nuovi episodi, in cui dalla vittima Lester, il portinaio dell’Arconia, parte una riflessione tra ciò che era e ciò che sarà o potrebbe essere. La Grande Mela di una volta e i suoi protagonisti lasciano spazio a una nuova generazione, non migliore o peggiore, ma differente. E’ il tempo che passa, baby, e con esso anche la città più famosa del pianeta si deve adeguare.

Un’evoluzione necessaria

Seguendo Only Murders in the Building viene spontaneo chiedersi quanto questo format potrà durare ancora nel tempo. Gli sceneggiatori in questi anni sono riusciti a mantenere la giusta coerenza con il concept della serie, sebbene nel corso delle stagioni abbiano dovuto mettere il naso fuori dall’Arconia per giustificare l’inserimento di nuove trame e ruoli.

Con la quinta stagione, e la scoperta di nuovi spazi segreti del “Building”, viene da pensare che di meglio non si possa fare. In realtà, una serie come questa, che fa del giallo uno dei suoi elementi principali, potrebbe durare molto a lungo, ma prima o poi saranno necessarie delle modifiche.

Mabel, Charles ed Oliver sembrano avere ancora qualcosa da dire, ma sarà lo stesso per l’Arconia? Ecco che, allora, quell’equilibrio sapientemente raggiunto in cinque stagioni potrebbe aver bisogno di essere rimesso in discussione: l’importante è che lo si faccia con l’onestà verso il pubblico e i personaggi cresciuti dentro gli appartamenti dello stabile con il più alto tasso di criminalità della tv.

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