La tv è di parola sui social fra backstage, podcast e giochini
Carlo Conti Gazzoli

A Belve le pillole del dietro le quinte cavalcano la goliardia. I vari Basement e Supernova puntano a normalizzare le star. Wittytv si ispira all’ultima frontiera della tv dei ragazzi

L’intervista ai tempi della crossmedialità? Un contenuto sempre più frammentato, viralizzato, ibrido. I social network hanno contribuito, almeno dalla metà degli anni Dieci, a riscrivere la grammatica di questo genere televisivo, giovandosi del deficit di attenzione del telespettatore medio: il botta e risposta che impazza su Instagram, Facebook, X e TikTok, passando per le extended version su YouTube e Spotify, risparmia allo spettatore la visione integrale dei talk show. Oppure finisce per rilanciarli grazie al potere ipnotico delle dichiarazioni rubate sul web, pillole succulente da scrollare velocemente sugli smartphone.

Un caso che ha fatto scuola: dai social di un programma metatv al sabato sera mainstream

Un fenomeno emblematico della stagione 2025/2026 è quello partito dai canali social ufficiali di una storica trasmissione di RaiTre, Tv Talk. Selvaggia Lucarelli, ospite del programma, ha risposto nel backstage a una domanda-pronostico sul vincitore dell’edizione in corso di Ballando con le stelle: la sua previsione su Francesca Fialdini, anticipata dalla dichiarazione “Io punto su…”, è rimbalzata in diretta tv su RaiUno accendendo un dibattito su un suo presunto schieramento di campo, prontamente smentito dalla diretta interessata. Al di là della querelle in sé, un analista di Tv Talk ha ben evidenziato a posteriori, sempre tramite i canali social del programma, la risonanza di questo nuovo tipo di contenuto:

Mai avremmo pensato che saremmo finiti in prima serata. Il casus belli è stato una risposta che Lucarelli non ci ha dato in trasmissione, ma ai microfoni di una piccola intervista che abbiamo fatto nel backstage. Volendo restare sull’analisi televisiva, la vicenda offre spunti interessanti perché mette in correlazione più mezzi di comunicazione. Nasce sui social, approda in prima serata, rimbalza nuovamente sui social, viene commentata e ovviamente diventa una clip virale.

 

Da personaggi social al tavolo pop

Evidentemente, vi sono personaggi che per natura favoriscono questo tipo di hype a social unificati. Non è un caso che La Vita in diretta, programma di infotainment per famiglie, coltivi un parterre di opinionisti social che si giostrano in maniera ritmata tra il web e il tavolo di RaiUno: mentre Selvaggia torna a essere intervistata – anche qui nel backstage – per paragonare i concorrenti di Ballando a delle maschere di Halloween, ritroviamo dietro le quinte, con incursioni da mattatore, Pierpaolo Pretelli che interagisce semiserio con Anna Pettinelli: volti da reel super leggeri che avvicinano il mondo del web alla tv nazionalpopolare.

Belve, le gag social per lanciare l’ospite

Un altro noto programma “di parola” punta sul formato dell’intervista backstage per rendere trending topic le anticipazioni delle puntate a seguire. Si tratta di Belve, lo show cult di RaiDue che puntualmente fa registrare ai suoi ospiti dei piccoli lanci, quasi sempre goliardici e viranti verso le gag. La scelta, in questo caso, è quella di non esporre il titolo della trasmissione sul web con dei profili social, ma di utilizzare i canali di RaiDue per consolidare l’impatto digital della rete. D’altronde, utilizzare Belen Rodriguez come volto di copertina di un promo sui social è gia garanzia della sua diffusione.

Un altro stratagemma vincente è la self-promozione di uno degli ospiti più discussi del web, l’influencer Rita De Crescenzo. Nel suo caso il lancio esclusivo sui social, insieme ai brevi filmati mandati in anteprima, si rivela un lanciafiamme per il polverone che segue alla messa in onda. Ma persino più sorprendente appare l’autoironia con cui un’ospite più istituzionale, Isabella Rossellini, si presta a diventare il meme di se stessa: nello spot social l’attrice inizia ad abbaiare per creare attesa verso la sua intervista. Non sorprende, invece, che Maria De Filippi, guest star dell’edizione, non abbia concesso i diritti web della sua partecipazione-evento, già parcellizzata in pillole in tutte le puntate di prime time.

L’intervista-podcast e l’intimità dello sgabuzzino friendly

Maurizio Costanzo Tutte le mattine

Se c’è una nuova frontiera dell’intervista social, agli antipodi del formato (mordi e fuggi) del backstage, è il fiume di parole dei podcast girati in studi scomodi e angusti. Un format che, a ripensarci bene, veniva già sperimentato da Maurizio Costanzo come evoluzione dell’intervista in radio: in programmi come Tutte le mattine (Canale5, 2004-2006) e Stella (SkyVivo, 2007), il conduttore riponeva i panni dell’intervistatore istituzionale per accogliere in gilet, davanti alla sua scrivania in un clima intimo e confidenziale, gli ospiti a lui più cari (si affacciava a trovarlo anche la moglie Maria in vesti affettuose).

Sciorinati senza interruzioni su Youtube per essere segmentati sui social, i podcast odierni offrono possibilità sperimentali e trampolini di lancio pari alla vecchia seconda serata televisiva. Non è un caso che Carlo Conti abbia pescato proprio da questo acquario per designare i suoi assistenti al timone di Sanremo Giovani: dopo l’Alessandro Cattelan di Supernova, una versione-monstre del suo one man show Rai, arriva Gianluca Gazzoli, il re del Basement (podcast più seguito della Rete, on air dal 2021) dopo una lunga gavetta tra radio e piccoli ruoli in tv. In un’intervista a Elle, il deejay ha così commentato il segreto del suo successo virale che dai social passa ai broadcaster del web:

Forse ho riempito uno spazio che era per persone che avevano voglia di raccontare e che avevano voglia di ascoltare: è assurdo vedere come le puntate siano seguite praticamente tutte, cioè noi mettiamo tanto sui social, ma si guarda il BSMT come se fosse un film. Una persona la sera si mette sul divano e invece di guardarsi un film che costa 300 milioni di dollari, o un programma televisivo in cui buttano una caterva di soldi, guarda due persone che parlano in uno scantinato con tre telecamere e due microfoni, e basta.

Se la rivelazione è coincisa sinora con la nicchia di successo, un intervistatore così fuori dagli schemi rischia di essere sottratto alla sua zona di comfort – un format crossmediale lontano dal mainstream – per essere esposto al tritacarne (e al tribunale) delle etichette sanremesi.

Domandine scacciapensieri (e dagli autori occulti)

Tanto impegnativa in termini di durata è la visione di un podcast, quanto è anestetizzante lo zapping tra le gioco-interviste sui social. Si tratta di contenuti che ultimamente affollano soprattutto i profili social di Witty, la webtv della casa di produzione Fascino, e di Italia’s got talent. Di che si tratta?

Volti noti sono sottoposti a domande a bruciapelo, rigorosamente sottolineate dalla traslitterazione automatica, indicate su bigliettini o mostrate su un tablet (è il caso della rubrica Witty Skills): da ultimo la rubrica Vampiri e Streghe ha visto intervistata per Halloween Tina Cipollari. Per un vip questo tipo di interviste induce a mettersi in gioco in tempi mordi e fuggi e in interviste non comparabili a quelle canoniche di una tv generalista. In molti casi si tratta di contenuti commerciali favoriti dal product placement.

Eventuali snobismi a parte, occorre riconoscere il capostipite di questa nuova tendenza che impazza in vari profili social televisivi. Si tratta del canale digitale in chiaro Super! che, ai tempi della direzione De Agostini, veicolava sui suoi canali social interviste ai teen idol a colpi di palette, domande fuori campo ed emoticon. Un’idea della tv dei ragazzi di nuova generazione è stata traghettata e replicata in altri lidi…

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