No, Enzo Iacchetti non sta sfruttando Gaza per andare in tv

Dopo lo sfogo a È sempre CartaBianca, il conduttore di Striscia la Notizia è apparso spesso ospite in vari programmi.

Il nome di Enzo Iacchetti, negli ultimi mesi, viene istintivamente collegato alla discussione accesa che ha avuto in diretta, durante la puntata del 16 settembre 2025 di È sempre CartaBianca, con Eyal Mizrahi. Dinanzi alle provocazioni del presidente dell’associazione Amici di Israele (una di queste, “Definisci bambino”, è diventata tristemente virale sui social), il conduttore di Striscia la Notizia non ha trattenuto la propria ira, soprattutto quando Mizrahi l’ha additato come “fascista”.

Da lì in poi, Enzo Iacchetti è apparso molto spesso in tv, ospite di programmi di approfondimento giornalistico e non solo.

Durante la giornata di ieri, domenica 19 ottobre, Iacchetti ha preso parte come ospite alla puntata di Domenica In durante la quale ha presentato il suo nuovo libro dal titolo 25 minuti di felicità (senza mai perdere la malinconia). Nel corso dell’intervista, Iacchetti ha anche ricevuto un video-messaggio di Ezio Greggio: entrambi hanno fatto intendere che saranno loro a condurre la nuova edizione di Striscia la Notizia che tornerà in onda in un’altra veste dopo aver lasciato il proprio spazio dell’access prime time di Canale 5 a La Ruota della Fortuna.

Iacchetti, dopo il precitato sfogo, è tornato ospite più volte nel programma di Bianca Berlinguer ed è apparso, come già anticipato, in altri programmi.

Ad Accordi & Disaccordi, in onda sul NOVE, lo scorso 20 settembre, Iacchetti ha dichiarato che la sua posizione su Gaza ha provocato minacce gravi nei suoi confronti e anche problemi sul lavoro.

Il 3 ottobre scorso, invece, il comico di Luino è stato ospite della puntata che ha aperto la nuova edizione di Che tempo che fa, sempre in onda sul NOVE, condotta da Fabio Fazio.

Diciamolo in breve. Enzo Iacchetti non sta sfruttando per niente la sua posizione su Gaza e il clamore suscitato dal suo sfogo a È sempre Cartabianca per andare in tv e i motivi sono principalmente due.

Il primo, elementare e anche banale da sottolineare, risiede nel fatto che Enzo Iacchetti è in tv da oltre trent’anni consecutivi. Dal 1994, ogni anno infatti, Iacchetti torna puntuale dietro il bancone di Striscia la Notizia. Iacchetti, inoltre, è sempre stato molto attivo anche a teatro. Il lavoro, nonostante i precitati problemi recenti, quindi, non gli manca.

Il secondo, invece, riguarda la tv in generale. La televisione vive da sempre di episodi, di temi e di protagonisti che, in quel determinato momento, godono di una luce maggiore rispetto a tutto il resto.

A dimostrare questa tesi, il fatto che molti programmi di approfondimento non esplicitamente di cronaca nera hanno cominciato recentemente ad occuparsi del caso di Garlasco.

Iacchetti, quindi, finito sotto la luce dei riflettori per la lite con Mizrahi, diventa automaticamente un ospite appetibile, sul quale regna l’attenzione generale. E se nessuno chiede a certi programmi di non occuparsi più di Garlasco, non si capisce il motivo per il quale, secondo i maligni, Iacchetti non dovrebbe più parlare di Gaza, rinunciando ad apparire se gli viene data l’opportunità.

Il benaltrismo, la scusa pretestuosa dell’antisemitismo, lo sminuire e il ridimensionare l’attivismo e il sostegno alla causa palestinese ad una banale questione di moda da seguire sono classici esempi di argumentum ad hominem, dove si preferisce attaccare la persona piuttosto che affrontare l’argomento della polemica, tutto ciò in chiave anti-palestinese.

Questo modo di fare ha colpito inevitabilmente e anche scontatamente pure Iacchetti che, perlomeno, ha avuto il coraggio di esprimere le proprie opinioni.

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