Baywatch, arriva il reebot: perché rischiare toccando un simbolo e un fenomeno degli anni Novanta?

Nonostante siano passati decenni dall’esordio sul piccolo schermo, diventa impossibile pensare di sostituire certi attori nell’immaginario comune. Eppure c’è chi è pronto a correre il rischio e ad annunciare il reboot di “Baywatch”, una delle serie simbolo degli anni Novanta.

Ci sono serie tv che sono diventate veri e propri cult, addirittura noti di generazione in generazione, grazie a repliche o personaggi che hanno racchiuso il senso vero e propria di icona pop(olare). E, parlando di ‘Baywatch‘, la mente corre immediatamente a Pamela Anderson e al protagonista maschile, David Hasselhoff. E come non annoverare anche Carmen Electra o David Charvet. Nonostante siano passati decenni dall’esordio sul piccolo schermo, diventa impossibile pensare di sostituire certi attori nell’immaginario comune. Ma, a quanto pare, c’è chi è pronto a scommettere e correre il rischio con l’annuncio di un reboot di ‘Baywatch’ (come se non fosse già bastato il film con Zac Efron…).

Il canale Fox ha ordinato direttamente un reboot della popolare serie live-action sui bagnini e andrà in onda nella stagione 2026-27 con 12 nuovi episodi. Ovviamente ci sarà un cast completamente rinnovato di bagnini di “Baywatch” con i caratteristici costumi da bagno rossi. La missione? Celebrare l’eredità dell’originale, rivitalizzandola per i giorni nostri. Ho già detto “rischio”, giusto?

Secondo un comunicato stampa, i fan possono aspettarsi

salvataggi adrenalinici, relazioni intricate, alchimie complesse ed eroismi in spiaggia che hanno caratterizzato l’originale, ora con un cast completamente nuovo, elementi contemporanei, tensioni e sfide, e una rinnovata missione per proteggere la costa della California meridionale

Tra i primi nomi ufficializzati ci sono Matt Nix, showrunner del reboot, mentre i creatori della serie originale, Michael Berk, Greg Bonann e Doug Schwartz, saranno i produttori esecutivi insieme a Dante Di Loreto.

Queste le dichiarazioni di Michael Thorn, presidente di FOX Television Network, in un comunicato stampa.

Nella sua prima messa in onda, ‘Baywatch’ ha definito un’intera era della vita da spiaggia e ha elevato i bagnini a uno status iconico. Ora, con i nostri partner di Fremantle, questo colosso televisivo è pronto per un ritorno moderno. FOX e Fremantle, insieme a Matt Nix e al co-creatore originale Greg Bonann, porteranno il sogno californiano a una nuova generazione di fan con storie inedite, stelle nascenti e tutto lo spettacolo che rende il franchise di Baywatch un successo globale.

Christian Vesper, CEO di Fremantle, ha affermato che “Baywatch” “rimane una delle serie televisive più iconiche a livello globale”:

Il nostro obiettivo è riconnetterci con i fan di vecchia data e allo stesso tempo introdurre una nuova generazione al mondo di questi famosi bagnini

Baywatch, la storia e le origini di un cult

baywatch serie tv

Quando nel 1989 Baywatch debuttò sulla NBC, nessuno avrebbe immaginato che sarebbe diventata una delle serie televisive più viste al mondo. Ideata da Gregory J. Bonann – lui stesso bagnino nella contea di Los Angeles – insieme a Michael Berk e Douglas Schwartz, la serie raccontava le vicende quotidiane di un gruppo di guardaspiaggia impegnati a salvare vite, gestire emergenze e intrecciare storie personali e sentimentali. Nonostante l’ambientazione soleggiata e accattivante, la prima stagione non ottenne grandi ascolti e i costi di produzione spinsero la NBC a cancellarla.

Il progetto, però, ebbe nuova vita due anni dopo grazie a un’intuizione: rilanciare lo show in sindacazione, ovvero vendendolo direttamente alle emittenti locali. David Hasselhoff, già volto simbolo della serie, scommise nel ruolo di produttore esecutivo e la scelta si rivelò vincente. Baywatch rinacque nel 1991 e nel giro di pochi anni divenne un fenomeno globale, tradotto in decine di lingue e trasmesso in oltre cento paesi. Al suo apice, si calcola che fosse seguito settimanalmente da più di un miliardo di telespettatori, rendendolo uno dei titoli più popolari nella storia della televisione.

Girato per gran parte a Malibu, nel 1999 lo show si trasferì alle Hawaii per le ultime due stagioni, assumendo il titolo Baywatch: Hawaii. Oltre alle spettacolari sequenze di salvataggio e alle iconiche corse al rallentatore dei bagnini in costume rosso, la serie cercò di affrontare anche temi sociali legati alla gioventù, alla sicurezza in mare e alla tutela ambientale.

La sua longevità si concluse nel 2001, dopo undici stagioni e oltre 240 episodi, ma il marchio Baywatch non è mai scomparso davvero: negli anni sono arrivati spin-off come Baywatch Nights, un film per il cinema nel 2017 con Dwayne Johnson e Zac Efron e persino una versione rimasterizzata della serie per lo streaming.

Pur spesso criticata per la leggerezza delle trame e l’eccessivo glamour, Baywatch ha segnato l’immaginario collettivo, trasformandosi in un simbolo degli anni Novanta e in una delle serie più riconoscibili della storia della tv.

In Italia Baywatch arrivò nei primi anni ’90 su Italia 1, diventando ben presto un appuntamento fisso per i telespettatori del pomeriggio. Anche nel nostro Paese la serie ottenne ascolti molto alti, in particolare durante la metà degli anni Novanta, quando Pamela Anderson entrò nel cast nel ruolo di C.J. Parker, trasformandosi in un’icona pop. I dati Auditel confermavano il forte gradimento: alcune puntate superavano i 3 milioni di spettatori, numeri importanti per una fascia pomeridiana. La serie continuò a essere replicata per anni, diventando una presenza familiare per più generazioni e contribuendo a rafforzare il mito televisivo dei bagnini californiani.

Pur spesso criticata per la leggerezza delle trame e l’eccessivo glamour, Baywatch ha segnato l’immaginario collettivo, trasformandosi in un simbolo degli anni Novanta e in una delle serie più riconoscibili della storia della tv.

Curiosità non mancano: la produzione, per esempio, aveva un budget limitatissimo e molte scene d’azione venivano girate più volte per essere riutilizzate in diversi episodi. Lo stesso Hasselhoff ha raccontato più volte che il vero “salvataggio” fu quello della serie stessa, quando decise di finanziarne personalmente la ripartenza. Inoltre, gli attori erano spesso costretti a sottoporsi a lunghe sessioni di allenamento e a girare in acque fredde, nonostante l’ambientazione “soleggiata” lasciasse pensare al contrario.

Gli episodi spaziavano dalle storie di salvataggio realistico a trame più insolite: memorabile fu l’arrivo di un delfino “aiutante” o le puntate in cui i protagonisti si ritrovavano coinvolti in inseguimenti polizieschi o addirittura missioni dal tono quasi da action movie.

La chiusura arrivò nel 2001, dopo undici stagioni e oltre 240 episodi, con le ultime due ambientate alle Hawaii.

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