‘And Just Like That’ finisce: ecco perché non sono pronto a dire addio a Carrie Bradshaw

And Just Like That‘ terminerà con la terza stagione. La serie tv sequel di ‘Sex & the city’, in onda in Italia su Sky e NOW, spegnerà i riflettori sulle vite di Carrie, Charlotte e Miranda con gli ultimi due episodi (11 e 12) in onda nelle prossime settimane. E così, a Ferragosto, sarà disponibile l’ultimo appuntamento con il mondo glamour e sentimentale ambientato a New York.

Lo showrunner Michael Patrick King ha spiegato su Instagram che, mentre scriveva l’ultimo episodio, “mi è diventato chiaro che questo poteva essere un punto di arrivo meraviglioso”. Un finale in due parti che sta per andare in onda. King ha spiegato che il cast e la troupe “hanno rimandato l’annuncio fino ad ora perché non volevamo che la parola ‘finale’ offuscasse il divertimento di guardare la stagione”.

Sarah Jessica Parker, che interpreta Carrie Bradshaw, ha condiviso un montaggio fotografico di entrambe le serie, aggiungendo che il personaggio aveva “dominato il mio battito cardiaco professionale per 27 anni”, ma ora “questo capitolo è completo“. Ha poi aggiunto che And Just Like That “era tutta gioia, avventura, il più grande tipo di duro lavoro insieme al talento più straordinario. Ci vorrà un’eternità prima che me ne dimentichi. Spero che amiate questi ultimi due episodi tanto quanto noi”.

And Just Like that, una serie ‘rinata’ proprio con la terza (e ultima) stagione

Il rammarico più grande legato alla notizia della chiusura di ‘And Just Like That’ ha le sue origini proprio in questa terza stagione. Gli episodi trasmessi fino ad oggi avevano ritrovato quella leggerezza di scrittura in grado di diventare vero e proprio ‘dramedy‘. C’erano le problematiche sentimentali delle protagoniste e anche momenti di puro divertimento, finalmente degni degli episodi della serie madre, il cult ‘Sex & the city’. Un passo in avanti non scontato e che aveva portato anche ad un giudizio più positivo da parte della critica e del pubblico (ancora) fedele. Sul web, questa terza stagione è stata la più apprezzata rispetto alle due precedenti.

La decisione di escludere personaggi di contorno e non particolarmente amati dal pubblico (una su tutte Che Diaz, interpretata da Sara Ramirez) e la scelta di puntare su Seema e Lisa come comprimari delle protagoniste si sono rivelate mosse giuste ed efficaci permettere allo spettatore di non perdersi tra troppi personaggi secondari che creavano solo caos e poca empatia.

Eppure, proprio quando tutto sembrava aver trovato una quadra e giusto equilibrio, ecco arrivare l’annuncio di una fine imminente. Se la serie avesse sempre cavalcato quest’onda, i fan avrebbero apprezzato di più il progetto? Se non ci fossero state, alle spalle, due stagioni più deboli e seguite soprattutto dallo zoccolo duro di seguaci di Carrie & Co, ‘And Just Like That’ avrebbe potuto avere una durata maggiore? Sono interrogativi che nascono e che danno vita a quella sensazione inevitabile di occasione perduta.

Il ‘fantasma’ di Samantha Jones

Come evidenziato nel titolo, No, non sono pronto a dire addio a Carrie Bradshaw e al suo mondo. Probabilmente un problema con gli addii, con le chiusure, con l’idea che sia stata decisa la parola ‘Fine’ in una serie tv. Mi era successo anche in passato, da ‘Dawson’s Creek’ a ‘Revenge’. In quei casi non c’è stato nemmeno un sequel. L’ho accettato e fine dei giochi. In questo caso, ho esultato alla notizia del seguito di ‘Sex and the city’ dopo l’orrendo (diciamolo a gran voce) secondo capitolo cinematografico che non aveva né capo né oda. Mi è dispiaciuta l’assenza di Samantha, sicuramente una delle colonne portanti della serie e del racconto, ma non ho continuato a ripetere – come una cantilena – “Senza Samantha non è la stessa cosaaaaa” come si legge, da anni, sui social. Sì, manca sicuramente il suo carattere sfrontato e audace, il suo approccio libero verso il sess0 che in tanti invidiano e a cui mirano. Ma può capitare che un gruppo di amiche o amici perda un suo componente nella vita reale, perché non può succedere anche in una serie tv?

Sarebbe cambiato qualcosa se Kim Cattrall avesse accettato di far parte del progetto mettendo da parte i suoi problemi con Sarah Jessica Parker? Anche questo è un interrogativo che non avrà mai risposta. Ma, soprattutto, il personaggio di Samantha avrebbe potuto continuare a fare la ‘panterona mangiauomini’ anche in ‘And Just Like That’ a livello anagrafico? Avrebbe avuto ‘coerenza’? Sarebbe stato credibile?

O avrebbe, anche lei, avuto una evoluzione in corso e, quindi, uno spirito diverso in ‘And Just Like That’?

Perché NON sono pronto a dire addio a Carrie Bradshaw

Prima o poi doveva finire…‘ mi ha detto un amico con cui guardo spesso i nuovi episodi di questa terza stagione. E ha ragione. Sicuramente. Anche se, nel mio inconscio, mi sarei (irrazionalmente) immaginato un “And Just Like That’ in stile ‘Cuori senza età’ con Carrie, Miranda e Charlotte bianche di capelli alle prese con figli, nipoti o singletudine nella Grande Mela. Perché la vita, ipotetica e immaginaria, di loro continuerà anche a quell’età, no?

Carrie Bradshaw col girello? Ok, no, sicuramente sarebbe stato un reato simile ad ‘accanimento di sceneggiatura’. Ma non è ancora esattamente nell’età di prenotarlo su Amazon Prime, quindi ci sarebbe stato ancora tempo per altri archi narrativi.

Il TEMPO è la parola chiave che più mi infastidisce di questa decisione di chiudere la serie con la terza stagione. Mr Big è morto nella prima puntata di AJLT, poi lei ha incontrato nuovamente Aidan, il suo secondo amore più importante. Per qualcuno il suo destino, per altri fan non all’altezza di John.

Io ero ‘Team Aidan’ nella serie originale, soprattutto ‘per colpa’ dei comportamenti di Big. Quando ho visto il suo ingresso in ‘And Just Like That’ ero felice. Anche se, una vocina dentro di me, diceva: “Ma Carrie deve per forza campare di minestre riscaldate? Non può mettersi in gioco con qualcuno di nuovo?!?“. Ho cercato di zittire quella vocina e di gustarmi il loro riavvicinamento sentimentale, episodio dopo episodio.

Il risultato? Non li sopportavo più. Dalle gioie e risatine isteriche nel negozio di cucina per scegliere accessori (Carrie e la cucina? Insieme? Sul serio? Colei che usava il forno come scarpiera di emergenza?) alla trama insostenibile del figlio di lui, Wyatt, che si comportava come un bambino capriccioso di 9 anni, costringendo (?) il padre a tornare a vivere in Kansas e prendersi cura di lui (!?) lasciando Carrie nella sua nuova casa e facendole “Ciao ciao” con la manina prima di salire su un Uber. E, dopo averle detto: “Aspettami per un po’, solo per 5 anni… E poi saremo nuovamente felici…“. Chiunque avrebbe risposto alzando il terzo dito della mano. Lei no, lei ha accettato.

Lì ho visto “Carrie.exe” ha smesso di funzionare. Ma chi, sano di mente, accetterebbe, a cinquant’anni, di aspettare qualcuno per 5 anni (fatico persino a scriverlo…) perché il figlio adolescente sbatte i piedi e ha, improvvisamente, problemi caratteriali? Per questo motivo, nella terza stagione, ho sperato che Aidan prendesse il volo e venisse rispedito al mittente. Quel ‘grande amore’ non era fattibile, non era giusto per Carrie, per lui, per noi spettatori. Una storyline gestita male, dagli entusiasmi iniziali a lui che armeggia con le sue parti intime nel pick-up mentre fa sess0 telefonico con Carrie, come fossero negli anni ’90. Bleah.

Ma non sono pronto a dirle addio perché, anche in questo caso, il suo percorso in ‘And Just Like That’ non è stato quello che si meritava. Da vedova a fidanzata in attesa di un ex. Cosa ha fatto di nuovo? Quali esperienze davvero inedite ha vissuto? E adesso che è DAVVERO single e DAVVERO deve rimettersi in gioco se vuole trovare un compagno… arriva la chiusura. Anche il suo vicino di casa, Duncan Reeves, lo scrittore londinese, sta per andarsene dopo una notte di passione. Giustamente NON può e NON deve essere lui un potenziale nuovo partner. Ma, con due episodi alla fine, cosa potrà mai rivoluzionare la vita sentimentale di Carrie Bradshaw?

Se Miranda sembra essere felicemente in coppia con Joy e Charlotte ama a dismisura il suo Harry, Carrie in due soli episodi non potrà mai trovare qualcuno. Non ha TEMPO. E torniamo alla parola di prima…

Quindi, molto probabilmente, nel finale di ‘And Just Like That’, la troveremo felice e single, circondata di amiche, abiti costosi e cosmopolitan. Con lei il gattino. C’è qualcosa di male? Ma figuriamoci. Anzi, il fidanzato di Carrie forse è sempre stato lì, davanti al suo occhi: la Grande Mela, New York.

Carrie magari capirà che non ha ‘bisogno’ di un uomo per sentirsi realizzata. Ma non ha mai sperimentato, non si è mai davvero messa in gioco (no, l’uscita con un uomo da una app di incontri dopo essersi lasciata con Big e aver vomitato per strada non vale…). Ha cercato la comfort zone con Aidan, col passato.

Ma non la vedremo sperimentare per davvero. Non la vedremo arrabattarsi come un qualsiasi REALE 40/50 enne single nel mondo, tra disillusione, incontri da una notte, persone impegnate con gli slip che comunque facilmente calano alle caviglie, disagiati e, solo a quel punto, dopo un tot di fallimenti e delusioni, comprendere che può stare serenamente bene anche da sola. Che può anche divertirsi tra le lenzuola con qualcuno, senza impegno o investimenti sentimentali.

Poteva arrivare a questa conclusione, Carrie. Con altri episodi, COL TEMPO.

Noi lo avremmo visto, vissuto e compreso. Ma no, perché fra due puntate arriverà la parole FINE.

E allora, davvero, non ci sarà (più) TEMPO.

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