

Era il 1991 quando quatto adolescenti furono uccise in una yogurteria di Austin. Decenni di indagini, sospettati accusati e rilasciati e una storia di cronaca ancora senza un vero colpevole. Ecco di cosa parla la serie HBO Max applaudita dalla critica.
C’è una docu-serie crime, tratta da una storia vera, che ha riportato attenzione mediatica su un caso che, all’inizio degli anni Novanta, aveva sconvolto gli Stati Uniti. ‘The Yogurt Shop Murders‘, disponibile dal 3 agosto su HBO Max, ha ottenuto fin dal primo episodio un plauso assoluto da parte della critica, riuscendo ad ottenere un punteggio del 100% su Rotten Tomatoes. Qualcosa di rarissimo.
Il progetto tv è basato sulla storia vera di un orribile crimine avvenuto nel 1991. Ecco la sinossi che ha accompagnato il lancio del documentario:
“Gli omicidi del 1991 nella yogurteria di Austin sono un quadruplice omicidio irrisolto avvenuto in una yogurteria “I Can’t Believe It’s Yogurt!” ad Austin, Texas, Stati Uniti, venerdì 6 dicembre 1991. Le vittime erano quattro ragazze adolescenti: la tredicenne Amy Ayers, la diciassettenne Eliza Thomas, la diciassettenne Jennifer Harbison e la sorella quindicenne di Jennifer, Sarah.”
Fu del tutto sconvolgente scoprire che le diciassettenni Jennifer Harbison ed Eliza Thomas avevano trovano la morte, in quella notte, mentre chiudevano l’I Can’t Believe It’s Yogurt! dove entrambe lavoravano. Insieme a loro anche la sorella quindicenne di Jennifer, Sarah, e la sua amica tredicenne Amy Ayers che si fermarono ad aspettare un passaggio per tornare a casa. Ma le quattro ragazze adolescenti furono legate e imbavagliate, aggredite sessu@lmente (in almeno un caso) e colpite alla nuca con un colpo di pistola. Poco dopo i loro corpi vennero ritrovati quando la mano dell’omicida pianificò di dare alle fiamme l’edificio.
“Il momento in cui Austin perse la sua innocenza” è una frase che anticipa quanto avvenuto in quella notte. Era il 6 dicembre 1991 e il crimine sconvolse la sonnolenta città, allora appena sull’orlo della crescita espansiva successiva. E quello che turba ancora, ad oggi, gli abitanti e i parenti delle 4 ragazze uccise, è sapere che nessuno sta pagando per quei terribili delitti e non è stato scoperto nemmeno il movente che ha portato a questa improvvisa violenza. Le forze dell’ordine brancolano nel buio ancora oggi.
Nessun colpevole è stato arrestato. Dopo la scoperta delle quattro ragazze, uccise in stile esecuzione, con colpi di arma da fuoco alla testa, prima che venisse appiccato un incendio per nascondere le prove, il Dipartimento di Polizia di Austin ha dedicato molte delle sue risorse alle indagini. Quattro adolescenti, all’epoca, vennero arrestati: due sono stati anche processati e condannati, ma sono stati rilasciati anni dopo, in seguito alla scoperta di nuove prove del DNA.
‘The Yogurt Shop Murders’ si basa sul materiale del documentario incompiuto del 2009 della regista di Austin Claire Huie sulla violenza e sul rilascio degli unici due sospettati condannati nel caso.
La scoperta degli omicidi non fu immediata. In quella notte da incubo i primi soccorritori sono arrivati in un luogo dove credevano fosse scoppiato normale incendio e hanno invece scoperto quattro corpi carbonizzati.
La serie mostra i vari personaggi che compaiono nei decenni di filmati presentati, iniziamo a vedere le onde di angoscia che si propagano dalle vittime alle famiglie fino ai primi sospettati. Tra i volti c’è quello di John Jones, il poliziotto che è intervenuto per la prima volta sulla scena del crimine nel 1991. Col passare del tempo gli fu diagnosticato un disturbo da stress post-traumatico. Da allora ha conservato la maglietta che indossava quella notte, promettendo di indossarla di nuovo solo dopo aver trovato gli assassini.
A distanza di alcune settimane dagli omicidi, quattro ragazzi adolescenti furono indicati come i principali sospettati verso i quali indirizzare le indagini. Due di loro furono infine condannati sulla base delle loro confessioni. Ma proprio quelle confessioni, in seguito, risultarono false. Nessuna prova fisica di nessuno dei ragazzi fu mai trovata sulla scena del crimine. Anzi, i progressi tecnici nell’identificazione del DNA hanno portato alla luce materiale genetico di una persona, tuttora senza identità, solo nel 2008. I condannati – Michael Scott e Robert Springsteen – furono rilasciati nel 2009 dopo aver passato diversi anni in carcere. Uno dei quattro sospettati, Maurice Pierce, che invece non fu mai processato, venne ucciso dalla polizia di Austin nel 2010, dopo aver aggredito un agente con un coltello durante un controllo stradale di routine.
Non c’è una conclusione, purtroppo. Ad oggi, la polizia di Austin continua a indagare sul frammento di DNA che deve ancora essere associato a un sospettato.
Quella notte la cittadina di Austin, secondo la testimonianze, cambiò per sempre. L’orrore e il terrore avevano invaso le strade ed erano entrate nella vita degli abitanti di un luogo ben lontano dalla violenza di grandi metropoli di New York o Los Angeles. Fu uno shock che ancora oggi non ha una spiegazione. E che la docu-serie di HBO Max ha riportato alla luce, ricordando l’urgenza di trovare giustizia, dopo oltre 30 anni.