

Dal mattino con la parata Macy’s al football NFL del pomeriggio, passando per speciali, cooking show ed episodi cult delle sitcom: il giorno del Ringraziamento è un evento televisivo totale. Un rito collettivo che unisce tradizione, ascolti monstre e una produzione mastodontica che ogni anno incolla milioni di spettatori allo schermo.
Il Thanksgiving, negli Stati Uniti, non è solo una festa nazionale: è un gigantesco evento televisivo naturale, la tradizione per antonomasia che da quasi un secolo scandisce la giornata degli americani con programmi, parate, sport, tradizione e un’aura di familiarità che nessun’altra ricorrenza riesce a replicare. La tv in questo giorno non è mai semplice compagnia: è parte integrante della festa – e gli americani lo sanno.
Una tradizione che nasce prima della tv, ma che la tv ha trasformato
Il Giorno del Ringraziamento esiste da ben prima dell’invenzione del piccolo schermo, ma è proprio la televisione a trasformarlo in un vero rito popolare ed è sempre la televisione a far arrivare l’evento anche nelle case di chi non può essere presente sul posto. Tutto comincia negli anni ’30 con la Macy’s Thanksgiving Day Parade, già trasmessa in radio. Ma è nel 1948, con la prima diretta su NBC, che la parata diventa un fenomeno nazionale: palloni giganti, marching band, performance musicali e una narrazione calda, quasi da “porta accanto”.
Ogni anno NBC dedica alla parata una produzione davvero mastodontica: telecamere sui rooftop, regia mobile, decine di conduttori e oltre tre ore di diretta. È una delle trasmissioni più costose e complesse della tv americana, perché deve funzionare in qualsiasi condizione: pioggia, neve, vento, gelo.
Gli ascolti tv
La Macy’s Parade viaggia su numeri fuori scala: tra 20 e 27 milioni di spettatori ogni anno, con picchi che superano anche i 30 milioni. È una delle dirette più viste della tv generalista USA, seconda solo al Super Bowl nell’immaginario collettivo. Per questo lo può guardare il bambino, il nonno, chi cucina, chi passa in salotto per caso. È colorata, prevedibile, rassicurante. È la tv che ti tiene compagnia mentre il tacchino cuoce.

Football, football, football: l’altro pilastro del Thanksgiving
Se la parata è la parte “soft” e di intrattenimento, il pomeriggio prende il volo con la NFL.
Il Thanksgiving è storicamente associato a tre match che vengono giocati dai Detroit Lions (dal 1934), dai Dallas Cowboys (dal 1966) e un terzo match introdotto per ampliare l’offerta in prima serata.
La NFL, in questo giorno, è una macchina da guerra televisiva:
- ogni partita supera i 25 milioni di spettatori,
- il match serale è spesso lo show più visto di tutto l’anno dopo il Super Bowl,
- gli introiti pubblicitari schizzano alle stelle (spot a prezzi maggiorati fino al 30-40%).
Il football nel Thanksgiving è un fenomeno di costume: le famiglie si dividono tra chi sta in cucina e chi “fa finta” di apparecchiare guardando la partita. È un rituale identitario come Sanremo per noi: si guarda anche quando non interessa.

Il ringraziamento è anche… pranzo davanti alla tv
Tra parata e football, negli anni si sono infilati anche show e speciali che hanno creato un vero ecosistema:
- special musicali (Mariah Carey negli anni 2000 è diventata un classico)
- episodi-evento delle sitcom: Friends, How I Met Your Mother, Modern Family, Will & Grace, I Simpson… ogni serie ha un “episodio Thanksgiving” diventato cult
- cooking show a tema: Food Network ha fatto del tacchino un’industria
- news e reportage: CBS e ABC dedicano speciali sui volontari, sulle charity, sulla tradizione nelle diverse comunità
Il Thanksgiving, televisivamente, è un palinsesto verticale: dalla mattina alla sera, il menù è fisso e il pubblico lo vuole esattamente così.
Perché il Thanksgiving in tv funziona così tanto?
Tre motivi, semplici e potenti:
- È una festa di famigliare: a differenza di Natale (più “religioso”) o di Halloween (più “commerciale”), il Thanksgiving è intimo: la tv diventa parte della quotidianità, non un’interruzione.
- È un giorno di pausa per la nazione: Sono tutti fermi. Le famiglie sono in casa e nessuno lavora. La tv ha il suo pubblico ideale: disponibile, rilassato, con voglia di compagnia.
- È un rito che non cambia: Gli americani amano l’idea che ogni anno sia “come l’anno scorso”. Stessi palloni, stessi marching band, stessi spot, stessi pre-show. La tv del Thanksgiving gioca sulla nostalgia, anche per chi ha 12 anni.
Spot, sponsor e marketing: il giorno d’oro della pubblicità
Gli inserzionisti pubblicitari adorano il Thanksgiving perché trovano le famiglie già in modalità “shopping natalizio”. Non a caso:
- gli spot sono spesso premiere mondiali (come accade anche nel periodo
- i brand usano narrativa emotiva, famigliare, o comica
- molti spot del Black Friday partono proprio quel giorno (in questo 2025 cade il 28 novembre)
È una giornata che apre il mood delle feste, imposta il tono e i brand lo sanno bene. La tv generalista, in questa occasione, gioca una delle sue migliori partite dell’anno.

Produzione, costi, segreti: tutto quello che non si vede
Dietro la parata Macy’s non c’è solo una semplice sfilata di carri, ma un lavoro che richiede mesi. Tante le curiosità che ruotano attorno e, tra i retroscena più interessanti:
- La maggior parte dei palloni giganti richiede 60-90 persone per essere manovrata.
- In caso di vento forte, i palloni possono essere abbassati o addirittura vietati: è successo più volte e, in qualche caso, non è andata proprio benissimo…
- Le performance musicali nella parata sono pre-registrate per motivi tecnici: in diretta sarebbe impossibile bilanciare suoni e strumenti in mezzo al traffico di Manhattan.
- I conduttori si alternano su piattaforme a diverse altezze per avere visibilità e protezione dal vento.
- NBC ha una “stanza meteo” dedicata, perché il freddo può far perdere pressione ai palloni e obbligare gli operatori a intervenire.
Sul fronte NFL, invece, il Thanksgiving è un banco di prova tecnologico in cui la televisione si rimbocca le maniche per mostrare di che pasta a fatt: super slow-motion, droni, telecamere SpiderCam, replay 8K, grafica tridimensionale dedicata. Le partite del Thanksgiving sono vere e proprie vetrine mondiali: la produzione deve essere impeccabile.
La “comfort television” nella sua forma più pura
Il Thanksgiving è un giorno perfetto per capire cosa rappresenti davvero la tv generalista negli Stati Uniti: il rituale, l’appartenenza. La televisione diventa parte della famiglia: tiene compagnia, scalda la casa, riempie i silenzi, fa da sottofondo mentre ci si racconta un anno intero.
Ed è per questo che – numeri alla mano – resta uno degli eventi più seguiti della stagione nonostante streaming, social, on demand e tutto il resto.





