Love Bugs 4, cinque motivi per cui la coppia Lodigiani-Rosiello delude
Lodigiani Rosiello Love Bugs

Sui social si moltiplicano i commenti che rimpiangono Hunziker e De Luigi come protagonisti. Ma sono passati più di vent’anni dal debutto della sitcom e il gioco delle parti non è più lo stesso: ecco perché

1. Non c’è più niente da (sor)ridere

Hunziker De Luigi

Love Bugs era un format canadese portato in Italia da Fatma Ruffini, storica produttrice Mediaset che ha sbarcato il lunario con le risate fuori campo e le battute acqua e sapone. Il format in pillole, con camera fissa e piani sequenza da reel ante litteram, sbarcava su Italia1 nel 2004 sulle ceneri delle sitcom Mediaset per famiglie, da Casa Vianello a Finalmente soli. Si trattava di formati tv scacciapensieri, che facevano da sottofondo ad atmosfere domestiche distese. Erano tempi in cui la leggerezza in tv non era una colpa e altrettanto poco impegnativi erano i testi. In compenso, la sitcom era un lusso per pochi e De Luigi e Hunziker si incontravano sul set tra un cinepanettone e un grande show televisivo per sperimentare senza pressioni. Da qui la nostalgia che imperversa più di vent’anni dopo la rispolverata del format: non ci sono più i protagonisti di una volta perché oggi – in cui i vecchi episodi rientrano, al massimo, nella sezione vintage di Prime Video – non sarebbero più trending topic. Quelle scenette demenziali spacciate per affinità di coppia. Quei testi in cui l’uomo faceva ridere la donna a colpi di doppi sensi e il pubblico da casa, a sua volta, sorrideva senza troppe aspettative. È cambiato Love Bugs perchè siamo cambiati noi. Anche se ciò non basta a giustificare un ritorno sottotono.

2. L’empowerment di Brenda Lodigiani uccide la coppia

È una delle donne televisive del momento: da regina di imitazioni al Gialappa Show a erede di Benedetta Parodi alla conduzione di Bake Off. È cosi che Brenda Lodigiani, subentrando in Love Bugs non solo alla conduttrice di Striscia la notizia ma anche a Elisabetta Canalis e Giorgia Surina, dà una svolta veterofemminista alla trama. Non è più spalla del comico di turno, ma è lei la comica di turno con la sua sindrome divistica da Annalaisa, un milanesismo imbruttito spinto e una resistenza inscalfibile alla leggerezza: la Brenda di Love Bugs prende tutto tremendamente sul serio facendo calare il gelo su ogni scambio di battute. Risultato? L’autodeterminazione del ruolo femminile finisce per castrare al primo colpo il partner maschile sul set.

3. Michele Rosiello è uno scugnizzo che non balla

Poi c’è il lui della coppia. Un ex-attore di fiction della generalista che si è riposizionato negli ultimi anni sulla serialità in streaming, da Adorazione su Netflix a Nudes 2 su Rai Play. A portarlo al successo sono state le prime stagioni de L’Isola di Pietro su Canale5, in cui interpretava Alessandro, farfallone sanguigno e passionale. Ora Michele Rosiello impersona un meridionale trapiantato al Nord ma, anziché dar sfogo alla propria natura, la reprime finendo puntualmente vessato dalla fidanzata. Il risultato è una recitazione a tratti impostata e impacciata che non fa onore al carisma e alla bravura dimostrati in altre vesti. Ad ogni modo, la sceneggiatura finisce per ammiccare sul suo aspetto fisico più che su quello della sua partner femminile, ribaltando gli schemi maschilisti della sitcom tradizionale. Ma sarebbe bastato vederlo ballare come lo scugnizzo dei pacchi di RaiUno per movimentare un po’ la scena. Invece è un ostaggio della diversity.

4. Le pillole su Instagram e in streaming bruciano l’effetto prima tv

Love Bugs 4

Di Love Bugs 4 sono state prodotte in tutto venti puntate, in onda dal lunedí al venerdi su Tv8 alle 19.30 e con altri passaggi sparsi su Now e Sky Serie. Il format si presta a essere spalmato in versione multipiattaforma, ma la sua frammentazione tra reel e pillole online rischia di amplificare la debolezza del girato e di disincentivarne la visione in chiaro. A forza di vederlo riproposto ovunque, si finisce per non cercarlo. E, se l’auspicio era renderlo virale, le singole scene spammate in Rete non riescono a imporsi tra le condivisioni sui social.

5. La firma di Ivan Cotroneo rende troppo alto il reboot

Ivan Cotroneo

Quando una serie che aveva il Gabibbo come vicino di casa ritorna con la promessa di raccontare il gender gap, una certa dissonanza è nell’aria. La nuova Love Bugs vanta come firma un intellettuale finissimo del panorama nazionale, un genio della sceneggiatura che nel 2003 scriveva un romanzo distopico sulle derive dei reality show (Il re del mondo) e che su RaiUno ha sempre firmato fiction radical-tweet come Tutti pazzi per amore ed È arrivata la felicità. Ora Ivan Cotroneo ritorna a dare spessore alla leggerezza, ma il confronto con le puntate precedenti è decisamente impari: a forza di pontificare sull’amore ai tempi delle politiche di genere, si rischia di inibirne la spontaneità.

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