

Una volta Enrico Papi era il paparazzo tv per eccellenza. Poi sono arrivati i programmi in day time, le interviste faccia a faccia, gli opinionisti e, infine, i social. Il gossip è cambiato, ma le questioni che solleva sono sempre le stesse
C’era una volta il gossip… formato tv o, meglio, format tv. In un’epoca in cui gli scoop sui vip e gli influencer più ricercati sul web arrivano direttamente dai social, l’idea del pettegolezzo come materia portante di un programma tv è venuta via via a sfumare. Alle nuove generazioni potrà sembrare strano, eppure una volta non era così.
C’è stato un tempo in cui la tv aveva fatto del gossip un argomento che andava oltre la semplice rubrica o segmento all’interno di un programma, tanto da meritarsi anche la definizione di “cronaca rosa”, per darle maggiore credito rispetto al concetto di semplice chiacchiericcio che spesso rischiava di ritrovarsi addosso. Le notizie, più o meno confermate dai diretti interessati, sulle vite privati delle celebrities si trasformavano in contenuti capaci di tenere in piedi intere scalette: e sì, ovviamente dobbiamo tornare negli anni Novanta.
Da Papi Quotidiani a Chi c’è… c’è, la Mediaset gossippara
Prima di diventare il signore della mooseca, Enrico Papi si fece conoscere al grande pubblico per essere un paparazzo. Un vero e proprio esperto di gossip italiano, tanto da ottenere una striscia quotidiana tutta sua.
Era il 1996 quando Papi Quotidiani (titolo che strizzava l’occhiolino a Sgarbi Quotidiani, altra striscia di attualità politica condotta da Vittorio Sgarbi), proveniente dal Tg1, incollava su Canale 5 dopo pranzo milioni di telespettatori. Quindici minuti di pettegolezzo puro, con servizi realizzati dallo stesso Papi che, per la sua intraprendenza nello scovare i segreti dei vip, fu accusato di violarne la privacy (evidentemente, non sapevamo con cosa avremmo avuto a che fare trent’anni dopo…). La sua risposta? “Io pungo, ma non avveleno”.
Gli anni Novanta sono stati forieri di programmi dedicati al gossip. Se quello di Papi è uno degli esempi che meglio raccontano il rapporto del piccolo schermo con il gossip, non vanno dimenticati altri esperimenti, che proprio in quel decennio occupavano il palinsesto della tv commerciale.
A cominciare da Chi c’è… c’è, rotocalco del fine settimana di Rete 4, condotto da Silvana Giacobini, ai tempi anche direttrice di “Chi” (da qui il gioco di parole del titolo): uno sguardo glamour, meno provocatorio rispetto allo stile di Papi, sul gossip della settimana.
Su questa scia, sempre Rete 4 proponeva anche Sabato Vip, con Emanuela Folliero pronta anche lei a regalare al pubblico in cerca di spensieratezza le notizie sui personaggi più in voga del momento, con servizi e interviste. Insomma Mediaset era on fire sul lato gossip. E giustamente: la tv, rispetto ai rotocalchi cartacei in uscita una volta a settimana, riusciva a seguire più rapidamente l’evoluzione di storie d’amore e scandali o presunti tali, attingendo spesso e volentieri da quegli stessi personaggi che la tv, in quegli anni, la popolavano con successo.
È tutto… Verissimo
Ecco, allora, che Canale 5 insiste e, chiusa l’esperienza di Papi Quotidiani la cronaca rosa diventa uno dei colori di Verissimo, ai tempi in onda in versione daily (nella fascia che negli ultimi anni è stata occupata da Pomeriggio Cinque e da pochissimo da Dentro la Notizia). Cristina Parodi e Paola Perego hanno traghettato il programma fino agli anni Duemila, virando sempre di più sui fatti delle star di casa e internazionali. Dal 2006, il nuovo corso con Silvia Toffanin, che ha trasformato Verissimo facendolo diventare il salotto del fine settimana di Mediaset che ancora oggi va in onda.
Verissimo è di fatto l’unico programma della tv nostrana che ancora fa del gossip il proprio motore, ma attenzione: non è più quel gossip fatto di indiscrezioni, rumors e scoop degli anni Novanta, ma è un gossip “controllato”, in cui il format dell’intervista diventa una chiave garbata per entrare nelle vite dei vip, chiedendo prima il permesso. Una curiosità: i “Giri di Valzer” che oggi rappresentano il segmento finale di Verissimo, in origine erano una rubrica esclusivamente dedicato al gossip duro e puro, in onda sempre in chiusura di programma.
Il 2000 e il ponte di Bigodini
Se è negli anni 2010 che il gossip prende un’altra forma (e lo testimonia l’evoluzione di Verissimo), c’è un caso che fa da ponte tra le due versioni con cui la tv tratta la cronaca rosa. La tragica morte di Lady Diana, nel 1997, e le accuse rivolte al mondo dei paparazzi che fino al suo ultimo giorno di vita la seguivano costantemente per narrarne spostamenti e possibili flirt, hanno contribuito a cambiere, negli corso degli anni successivi, il modo con cui trattare la materia: meno sensazionalismo, più distacco, ma senza dimenticare la spensieratezza del genere. E così succede anche in Italia: è il 2000 e Italia 1 manda in onda Bigodini-Il gioco che non fa una piega, il primo (e unico, ad oggi), quiz interamente dedicato al gossip.
Condotto da Max Novaresi affiancato da Francesca Zanni e Michela Andreozzi, il programma -in onda alle 13:00 e per un breve periodo alle 20:00- metteva a confronto due coppie di concorrenti con manches tutte a tema gossip: i vip di casa e stranieri diventavano così oggetto di domande e di prove da superare per giungere alla fase finale e portarsi a casa il montepremi. Bigodini ha dimostrato come il gossip fosse davvero alla portata di tutti, tanto da diventare oggetto di un quiz. L’esperimento durò poco: il programma andò in onda solo nel corso del 2000, per poi non essere più confermato in palinsesto.
Il gossip nelle interviste faccia a faccia
Gli anni 2010, dicevamo, cominciano a leggere il gossip in un’altra chiave, quella delle interviste faccia a faccia o dei talk. Diminuiscono i programmi esclusivamente dedicati al tema, e la cronaca rosa torna a diventare materia di rubriche o di momenti in scaletta di alcuni programmi. In primis, quelli del pomeriggio generalista: Pomeriggio Cinque e La Vita in Diretta, diretti concorrenti del day time, dedicano al gossip la parte finale del proprio programma.
Si parla di notizie, scoop e si commentano in studio con opinionisti ad hoc. Soprattutto, cominciano a fare capolino i social network, che diventano la fonte primaria da cui attingere le notizie da affrontare con gli ospiti. Spesso, inoltre, il gossip diventa spunto per intavolare dibattiti su temi d’attualità sempre leggeri ma più ampi: dal tradimento alla chirurgia estetica, dalla genitorialità alle questioni d’amore. La corsa alla scoop non c’è più, almeno al pomeriggio.
Per avere un gossip “d’assalto” bisogna aspettare la nascita di Domenica Cinque prima e Live Non è la D’Urso poi. Padrona di casa in entrambi i programmi è Barbara D’Urso, che in quegli anni riesce a intercettare i gusti del pubblico offrendo loro in forma seriale storie di personaggi provenienti dai reality o dai social, che diventano protagonisti di lunghi segmenti all’interno dei suoi programmi per tutta la stagione. Il gossip diventa quasi una serie tv, fidelizzando il pubblico sempre più curioso di scoprire cosa accadrà nella prossima puntata.
L’esempio più noto? Il caso Mark Caltagirone, che tenne incollati milioni di telespettatori. Con le dovute distanze, si tornò a quanto accadde nel 2003-2005 all’interno della Buona Domenica di Maurizio Costanzo, che attinse da Uomini e Donne e trasformò il tronista Costantino Vitagliano e la sua prescelta Alessandra Pierelli in una coppia da gossip che ogni settimana dava spunti per commentare l’evoluzione della loro storia.
Il gossip da commentare
Ormai in tv non c’è più il gossip fatto di servizi esclusivi, ma il genere è virato sul talk: di pettagolezzi si parla, e tanto. Oltre alle tavole rotonde dei programmi di infotainment quotidiani, emerge anche l’esempio di Vite da copertina, in onda su Tv8 dal 2016 al 2022. In questo caso,più che cercare il gossip, si analizza la vita di uno specifico personaggio dello star system: le conduttrici (Alda D’Eusanio, Elenoire Casalegno, Rosanna Cancellieri ed Elisabetta Canalis) si fanno affiancare da alcuni ospiti per analizzare le vite di alcuni dei personaggi del momento, siano essi star della tv, del cinema o della musica.
Il gossip è questione di social
Siamo giunti così ai nostri giorni: che peso ha il gossip nella tv italiana? Sbaglieremmo a dire zero, ma certamente non è più quello di una volta. La cronaca rosa resta presente nella nostra televisione, ma in forma decisamente minore: se ne parla nei “tavoli” dei contenitori e si attinge da due fonti principali. Una è rappresentata dai reality e talent show, le cui dinamiche tra i concorrenti forniscono sia spunti per chiacchierare su questo o quel personaggi ma anche per promuovere alcuni programmi della propria rete. L’altra, invece, è rappresentata dai social.
Oggi, in effetti, il vip che cerca visibilità non necessita più di comparire per forza sui giornali: basta che pubblichi una storia ad hoc. Una foto, una frase frecciatina, una comunicazione ufficiale sulla rottura di una relazione, tutto passa per i social network. Le celebrities di oggi gestiscono da sole i propri contenuti, più o meno costruiti ad arte, dettando quasi sempre loro le regole del chiacchiericcio sul loro conto.
Poi, ovviamente, ci sono le eccezioni, che sfuggono al controllo dei diretti interessati e ci riportano ad assaporare il sapore del gossip più selvaggio di una volta. Giuseppe Candela su Dagospia ci diverte fornendoci indizi su situazioni legate a personaggi di cui però non fa il nome, lasciando ai lettori il compito di fantasticare sui protagonisti delle sue news.
Gabriele Parpiglia si è invece affidato a Substack per creare una propria pagina, a pagamento, in cui racconta retroscena e scoop sui personaggi del momento. E no, non ci dimentichiamo di Fabrizio Corona, che con il suo Falsissimo ha creato un canale capace di attirare l’attenzione e diventare esso stesso argomento di dibattito
Sì, il gossip esiste ancora, ma è cambiato. Se in tv ha assunto forme più soft, perdendo quel potere che aveva negli anni Novanta, sui social network è tornato a graffiare maggiormente, complice anche la possibilità da parte di chiunque di andare a caccia di scoop con il proprio smartphone. Per una foto scattata durante una vacanza e un video rubato da un set non serve il paparazzo, ma basta una buona fotocamera. Il gossip cambia, ma come trent’anni fa ancora oggi torna ad affrontare la spinosa questione della privacy: se prima riguardava solo le testate giornaliste, oggi ha a che fare con tutti noi.