Boots, un viaggio di formazione tra rigide regole militari e il sogno della libertà di essere se stessi (recensione)
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Boots, la recensione della serie tv Netflix con protagonista Cameron Cope, un giovane vittima di bullismo che decide di arruolarsi e seguire un addestramento militare per diventare marine. E la sua storia si incrocia con quella del severo, ma sofferente, sergente Sullivan…

3 minuti e 20 secondi, più o meno il tempo dell’appello per arrivare al mio cognome. Questa sarebbe stata, molto probabilmente, la durata del mio arruolamento nei marines. Ma diversa è la decisione che prende Camerone Cope (un intenso Miles Heizer) all’inizio della serie “Boots“, disponibile in streaming su Netflix. Siamo nei primi anni ’90 e il ragazzo si ritrova con una madre che sfugge alle sue responsabilità e compagni di scuola che lo prendono di mira e sfogano i loro istinti beceri di bullismo nei suoi confronti. Cameron è segretamente gay, solo il suo migliore amico  Ray McAffey è a conoscenza della sua vera natura e ha sempre più urgenza di un cambiamento nella sua vita. L’occasione arriva quando Ray gli propone di iscriversi con lui in un addestramento per aspiranti marines. Essere omosessuali è inconciliabile con la carriera militare ma Cope è troppo tentato da questa nuova strada ed è disposto a rischiare pur di lasciarsi tutto alle spalle. E per loro inizia questa esperienza che li cambierà inesorabilmente.

Cameron inizialmente sembra volersene andare poco dopo (e fare come me, durare poco più di 3 minuti). Ma resiste, inizialmente per non abbandonare il suo amico e poi per una questione di principio e di riscatto verso se stesso. Tra dure prove fisiche, ordini e gerarchie pronte a ribadire il proprio loro nei confronti delle reclute, Cameron viene notato dal sergente Sullivan (un convincente e affascinante Max Parker), apparentemente tra i più sadici e severi, in realtà divorato da un segreto e dai sensi di colpa che arrivano dal suo passato e che potrebbero distruggergli la carriera e la vita.

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Sfoga nei confronti delle reclute tutta la sua frustrazione e vede in Cope un potenziale nascosto e qualcosa che gli ricorda se stesso. Per questo motivo inizialmente lo prende di mira e lo mette a dura prova, per poi essergli alleato in alcune occasioni, mostrando tutte le contraddizioni del suo lato più umano.

Boots, recensione della serie tv Netflix

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“Boots” spazia tra diversi generi. Dal percorso di formazione più tipico ai lati più leggeri da commedia (come i dialoghi di Cameron con un altro se stesso, quello più libero, che sogna di non doversi più nascondere e che mette in discussione quello che ha scelto di fare) passando anche per i toni più drammatici e riflessivi, tra il dover nascondere i propri sentimenti e le proprio pulsioni per non rischiare, addirittura, l’arresto. Inizialmente timido e introverso, Cope si ritrova a creare con le altre reclute un rapporto sempre più solidale, trovando in loro quel supporto e quell’affetto che non aveva vissuto nella sua sgangherata famiglia e per colpa dei suoi compagni di classe bulli.

E per evitare situazioni simile a quelle vissute a scuola, anche lui dovrà cambiare se stesso e reagire alle provocazioni e ai piccoli soprusi iniziali. Intorno a lui, vengono sviluppate le storie di altre reclute: c’è chi vuole seguire le orme di famiglia, chi deve restare lì per poter dare un futuro alla propria famiglia o come condanna/alternativa per evitare la prigione. Motivi diversi accompagnano e guidano le scelte delle reclute che hanno scelto di arruolarsi.

Cameron cambia, muta, nel corso del suo viaggio all’interno del mondo dell’addestramento militare. Da goffo insicuro ad ambizioso di portare a termine il suo compito. Ma si ritrova anche a dover capire se assecondare la sua libertà di essere se stesso oppure se dare la precedenza all’abbraccio virtuale che ha trovare in quel nuovo mondo che, però, non lo conosce fino in fondo.

Boots, spiegazione del finale

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Nell’ultimo episodio di Boots, si svolge la prova del fuoco, una lunga missione per le reclute pronte a diventare ufficialmente dei marines. Jones, l’ultimo arrivato e anche lui gay, si allontana dal campo e Sullivan si mette sulle sue tracce. Insieme a lui si unisce anche Cameron, disobbedendo agli ordini del sergente. Trovano il ragazzo ferito vicino ad una palude e lo soccorrono. Sarà proprio Cope a curare per primo la sua gamba e, il militare, dopo aver visto la sua preparazione, capisce che è pronto. Gli affida la sua radio – come un passaggio di consegne e di ruoli – e si allontana, abbandonando il suo ruolo e la carriera.

Ha scoperto che il suo ex amante a Guam, il maggiore Wilkinson, è stato arrestato per omosessualità. La colpa è sua, dopo averlo segnalato per evitare di essere coinvolto nel vociferare sull’omosessualità dell’ufficiale. Ha abbandonato Guam e ha lasciato colui che amava in pasto alla legge e alle sue ripercussioni. Il senso di colpa lo sta divorando e Sullivan non riesce più a conciliare la sua natura con il suo ruolo militare.

Cameron riesce a diventare marine insieme a tutti i suoi compagni ma, quel giorno, riceve la visita della madre che gli rivela di aver mentito sulla sua vera età. In realtà non è maggiorenne ma ha solo 17 anni. Per continuare la sua carriera militare, serve la firma del genitore oppure dovrà tornare alla sua vita di sempre. In dubbio con se stesso se poter continuare questo percorso o andarsene, potendo finalmente essere se stesso, Cope prega la madre di lasciarlo libero di andare avanti come marine. Lei, come segno d’amore, firma, dicendogli che resterà sempre suo figli.

Mentre festeggia con le altre reclute in bar, in televisione si parla di Saddam Hussein e di una guerra che sembra sempre più coinvolgere in toto gli Stati Uniti, pronti a inviare truppe ed eserciti. E presto tutto potrebbe cambiare, diventando più reale che mai…

Boots 2 ci sarà?

La serie tv si è fatta spazio tra le grandi produzioni uscite in queste settimane (come Monster – La storia di Ed Gein), conquistando comunque sempre più attenzione e più visualizzazioni.

Il cast e l’autore del libro “Il marine rosa”, da cui è ispirata la serie tv, sperano in una seconda stagione ma, al momento, è ancora presto per avere una certezza sul suo destino.

Ad oggi il buon responso di pubblico e critica fanno sperare in un seguito, visto anche il finale decisamente aperto.

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