Quel 13 novembre di 10 anni fa in TV
attentati parigi 13 novembre 2015

Dalla partita Belgio–Italia alle edizioni straordinarie, fino ai palinsesti stravolti del giorno dopo: come la televisione italiana reagì agli attentati di Parigi, in una notte che cambiò per sempre il modo di raccontare l’attualità in diretta.

Il 13 novembre 2015 è una data che l’Europa non dimentica e che torna prepotentemente per quello che è un triste anniversario, il decimo. A Parigi, una serie di attacchi terroristici coordinati trasformò una normale serata di venerdì in un incubo drammatico. Tutto cominciò intorno alle 21:20, quando tre esplosioni scossero l’area dello Stade de France, dove si stava giocando l’amichevole Francia-Germania. Era solo l’inizio. Pochi minuti dopo, il caos dilagò: sparatorie nei bar e nei ristoranti del centro, decine di vittime lungo Rue de Charonne, Rue de la Fontaine-au-Roi, Boulevard Voltaire.
E poi, l’attacco più sanguinoso: il massacro al Bataclan, dove centinaia di spettatori erano riuniti per un concerto. Si contarono oltre 100 morti, centinaia di feriti, e il mondo davanti alla TV, incapace di distogliere lo sguardo. Ma d’altronde, chi ci sarebbe riuscito a farlo?

Anche in Italia, quella notte, lo schermo si trasformò improvvisamente in una finestra sul terrore. Fino a pochi minuti prima si rideva, si guardava una partita, si seguiva un talk. Poi arrivarono le prime notizie confuse, i collegamenti improvvisati, gli aggiornamenti che cambiavano di minuto in minuto. Le redazioni si mobilitarono, i conduttori si ritrovarono in diretta a gestire la paura, e i palinsesti – rigidi, preconfezionati – cominciarono a saltare.

Era il momento in cui la tv, colta di sorpresa, doveva scegliere: continuare lo spettacolo come se nulla fosse, o fermarsi e raccontare? E così, tra esitazioni e improvvisazioni, quella notte la TV si piegò inevitabilmente alla realtà. I programmi d’intrattenimento lasciarono spazio alle edizioni straordinarie, i film vennero interrotti, le reti all-news presero in mano il racconto minuto per minuto dai primi momenti.

Fu una lunga notte in cui l’informazione tornò protagonista, e in cui la televisione – pur con i suoi ritardi e le sue contraddizioni – si trovò di fronte al suo compito più difficile: spiegare l’inspiegabile, in diretta.

Ma cosa andava in onda normalmente quella sera? L’amichevole di calcio Belgio–Italia, trasmessa da Rai 1, finita con uno schiacciante 3 a 1 per la squadra belga. Mentre da Parigi cominciavano ad arrivare le prime notizie di spari ed esplosioni allo Stade de France, Rai 1 sceglie di non interrompere la messa in onda. Il telecronista Alberto Rimedio durante il match (tra le 22 e le 22:40) viene informato delle prime gravi notizie. Le comunica al pubblico annunciando l’imminenza dell’edizione straordinaria del Tg1. Fa la stessa cosa anche il giornalista Andrea Fusco durante il post-partita, esattamente nei minuti più delicati nell’evoluzione degli eventi. Per lui non fu semplice uscire dal contesto sportivo per doversi affacciare a quello della cronaca, non si mise problemi a sottolineare la difficoltà nel cambio di registro (“cerchiamo, per come possibile, di tornare a parlare di ciò che è successo nel campo“), ma girarsi dall’altra parte sarebbe stato un grave errore.

Da lì, in pochi minuti, il mondo intero si ritrovò a guardare la capitale francese con il fiato sospeso.

Le redazioni si muovevano in modo incerto, colte di sorpresa da una notizia enorme che arrivava a ondate, prima confuse, poi sempre più drammatiche. La tv generalista, abituata a tempi lenti e palinsesti rigidi, impiegò qualche minuto di troppo per rendersi conto che quella non era una notte come le altre.

Alle 22.50 parte l’edizione straordinaria del TG1 condotta da Cecilia Primerano, la porta avanti per oltre 3 ore sino alle 2 del mattino con collegamenti, tutte le notizie e i servizi. Rai 2 proseguì con il film The Call fino alle 23.10, prima di interrompere la programmazione per un aggiornamento straordinario. Rai 3, invece, fu la prima a reagire: il film Marilyn venne interrotto per lasciare spazio a uno speciale del Tg3 condotto da Maurizio Mannoni, che raccontò in diretta i primi dettagli dell’attacco al Bataclan e delle situazioni d’emergenza sparse per la città. Tutte le reti Rai avevano un punto di riferimento importantissimo in quelle ore, la corrispondenza di Antonio di Bella, allora inviato Rai a Parigi.

Sulle reti Mediaset, la risposta partì da Rete 4. Impegnata con Quarto Grado di Gianluigi Nuzzi, fu la prima ad adattarsi, aprendo collegamenti in diretta e integrando la cronaca parigina nel dibattito di puntata. Canale 5, invece, continuò la normale programmazione: la soap Il Segreto non poteva essere interrotta. Solo 4 minuti dopo mezzanotte, ovvero quasi due ore dopo i primi spari, andò in onda un’edizione straordinaria del TG5 condotta da Lorenzo Montersoli, insieme a Luca Rigoni. Diretta che venne trasmessa in simulcast su TgCom24. Italia 1 non modificò nulla della sua programmazione: C.S.I. e Le Iene (registrate) andarono in onda regolarmente, mentre la tragedia si consumava dall’altra parte d’Europa.

Anche La7 trasformò la propria serata: conclusa la diretta di Crozza nel paese delle meraviglie, il direttore Enrico Mentana – già pronto per prendere la linea con Bersaglio Mobile – cambiò rapidamente impostazione avviando un lungo speciale del TgLa7, che accompagnò gli spettatori per ore, in una delle notti più difficili da raccontare.

Le testate all news, invece, furono le prime a reagire con lucidità. Rai News24 e Sky TG24 interruppero la programmazione con aggiornamenti immediati, collegamenti e aggiornamenti sugli attacchi. A proposito di Sky TG24, la diretta si allargo anche al canale 8 del digitale terrestre, da alcuni mesi proprio in gestione Sky. Tv8 (allora chiamata MTV8 prima del passaggio ufficiale all’attuale nome) interruppe la sua programmazione per trasmettere il segnale della all-news.

Fu una notte televisiva caotica, piena di esitazioni ma anche di improvvisazione, dove la cronaca tornò a essere, all’improvviso, il cuore della diretta.

La scoperta di BFMTV: la finestra del mondo su Parigi ferita

In mezzo al caos e al flusso continuo di notizie, il pubblico di tutto il pianeta scoprì un canale che, fino a quel momento, era conosciuto praticamente solo in Francia: BFMTV.

La rete all news francese, già in onda 24 ore su 24, divenne in pochi minuti la fonte principale per le immagini, i collegamenti e i primi aggiornamenti in diretta dagli attentati. Le televisioni internazionali – italiane comprese – si affidarono alle sue riprese, ai suoi inviati sul campo, ai video trasmessi in loop dalla zona del Bataclan e dallo Stade de France.

Per milioni di telespettatori, BFMTV fu la prima finestra visiva sulla notte parigina: il volto in lacrime dei sopravvissuti, le sirene della polizia, le ambulanze, i corridoi blindati della capitale.
Da quella notte, il canale – fondato nel 2005 – entrò ufficialmente nel panorama dell’informazione mondiale, diventando un punto di riferimento per la cronaca internazionale e un modello di televisione d’urgenza, capace di unire ritmo, precisione e presenza costante sul campo.

Il giorno dopo, il dolore riscrisse i palinsesti

Nei giorni successivi, la televisione – italiana e internazionale – dovette affrontare un’altra scelta delicata: come continuare a intrattenere in un momento di lutto collettivo? Molte reti decisero di modificare i propri palinsesti, per rispetto verso le vittime e per evitare toni o trame troppo simili a ciò che era appena accaduto.

Le emittenti americane scelsero la cautela. Sulla NBC, venne posticipata la puntata live della sitcom Undateable, accompagnata da un tweet dei produttori: “Amiamo farvi ridere, ma l’episodio di stasera non andrà in onda per rispetto dei nostri amici di Parigi.

Su CBS, l’episodio di Supergirl dal titolo How does she do it?, che mostrava un attentato a National City, fu rimosso dal palinsesto e trasmesso solo settimane dopo.

In Italia, su Rai 2, ad esempio, rinviò il finale della dodicesima stagione di N.C.I.S., previsto per la domenica successiva ai tragici eventi: l’episodio in questione raccontava il caso riguardante un’organizzazione terroristica, la direzione ritenne opportuno rimandarne la messa in onda a data da destinarsi.

Il giorno dopo gli attentati (sabato 14 novembre) la Rai decise di sospendere ogni appuntamento leggero: su Rai 1, la prima serata venne occupata dallo speciale di Porta a Porta chiamato “Attacchi a Parigi“, in onda al posto dell’intervento dedicato a Laura Pausini (“La meraviglia di essere simili“) e del varietà di Antonella Clerici Ti lascio una canzone.

Rete 4 propose alle 21.15 uno speciale di Dalla vostra parte con Paolo Del Debbio, interamente dedicato agli attentati e alle reazioni internazionali.

Su Canale 5, la programmazione cambiò radicalmente già dal pomeriggio:Verissimo venne sostituito da uno speciale di Pomeriggio Cinque condotto da Barbara d’Urso, mentre in prima serata saltò la finale in diretta di Tu sí que vales (venne recuperata – ma registrata – la settimana successiva) per lasciare spazio al film Di nuovo in gioco con Clint Eastwood e Chelcie Ross.

La televisione, insomma, riscoprì la propria responsabilità: quella di scegliere il tono giusto, di capire quando fermarsi e quando riprendere a raccontare. In quei giorni, anche lo schermo sembrò in lutto. Le immagini di Parigi, il silenzio dei conduttori, i palinsesti stravolti: tutto parlava di una ferita che attraversava l’Europa, e che la TV – nel suo modo imperfetto ma necessario – cercava di raccontare.

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