

A volte bastano semplici e poche mosse intuitive per togliere ad un format apparentemente vecchio i segni del tempo.
Mediaset ha deciso di investire nell’estate 2025 per provare a dare filo da torcere, nella prossima stagione televisiva, all’Affari Tuoi dei record di Stefano De Martino, rispolverando La Ruota della Fortuna e piazzandola, appunto, nella fascia dell’access prime time.
Per amor di precisione, La Ruota della Fortuna era già tornata recentemente sui nostri schermi, il 6 maggio 2024, nella fascia preserale di Canale 5, nell’anno del centenario della nascita di Mike Bongiorno, e anche in quel caso, il riscontro del pubblico fu positivo.
La Ruota della Fortuna tornò in onda dopo la bellezza di 16 anni (l’ultima puntata andò in onda il 19 giugno 2009) e già allora il format era decisamente datato, considerando che la prima puntata in assoluto fu trasmessa nel lontano 1989 (ignorando la primissima edizione in assoluto andata in onda nel 1987-1988 su Odeon TV).
La nuova Ruota della Fortuna, però, è una dimostrazione emblematica che un format, se modernizzato e reso contemporaneo, può anche non meritarsi il triste appellativo di “vecchio” a prescindere dall’anno di ideazione.
Quando un format è troppo vecchio?
L’esperienza ci insegna che non vi è una regola fissa. Spesso il format “vecchio” è stato riproposto con un linguaggio diverso rispetto a come fu lanciato: La Pupa e il Secchione e La Talpa, ad esempio, sono stati ripresentati in chiave docu-reality. Lo stesso Temptation Island, programma-fenomeno di ogni estate ormai, fu proposto per la prima volta nel 2005 con una versione condotta in studio da Maria De Filippi, dal titolo Vero Amore.
C’è, invece, chi fa del rigido rispetto della liturgia e della tradizione, il proprio punto di forza: da Ciao Darwin di Paolo Bonolis a C’è posta per te di Maria De Filippi, apportare delle novità è più un rischio che una necessità.
Non ci sono, quindi, delle regole certe. Spesso e volentieri, il primo pensiero che sovviene dinanzi alla riproposizione di un format “anziano” ha a che fare con parole e locuzioni come “ripetitività”, “tristezza”, “mancanza di idee”, “pigrizia”.
La Ruota della Fortuna attuale, però, ad un’attenta visione, si rivela un programma assolutamente fresco.
La modernizzazione de La Ruota della Fortuna
Il format è stato potenziato sicuramente in base alla fascia oraria: studio più grande, la presenza di una band in studio, premi maggiormente appetibili nel rinnovato gioco finale, La Ruota delle Meraviglie, che può regalare fino a 200.000 euro.
Al di là di questo aspetto, però, La Ruota della Fortuna presentava una caratteristica sulla quale occorreva lavorare e che fa parte proprio della dinamica stessa del gioco, quel giro di ruota, lento, che può togliere ritmo e che, infatti, viene “coperto” grazie agli incitamenti e al tifo del pubblico presente in studio.
Per rendere il gioco più dinamico, quindi, si è pensato ad una mossa semplice, l’inserimento di round più veloci e smart come La ruota del tempo o il Triplete dove il giro di ruota, appunto, viene del tutto eliminato.
Una mossa intuitiva, semplice e non stravolgente che denota come può bastare davvero poco per togliere ad un format apparentemente fuori moda i segni del tempo.