Dentro la notizia: viaggio nello studio del nuovo programma di Gianluigi Nuzzi
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Lo studio del nuovo programma di Canale 5, condotto da Gianluigi Nuzzi, punta su maxi-schermi, luci dinamiche e un family look che ricorda altri format già interni a Mediaset.

Entrare nello studio di Dentro la Notizia, il nuovo programma di Gianluigi Nuzzi iniziato lunedì 1° settembre nel daytime di Canale 5, è come trovarsi catapultati in un ambiente che mescola rigore giornalistico e spettacolarità televisiva. L’impatto creato dallo scenografo Dario Cavaletti è immediato: un grande spazio avvolto da superfici digitali, che trasformano l’arena in un contenitore fluido e dinamico, pronto a mutare volto in base ai temi affrontati.

Il tutto giostrato dalla squadra tecnica capitanata dal regista Dario Calleri.

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Un palcoscenico immersivo

Al centro campeggia il conduttore, isolato su una pedana circolare trasparente che diventa quasi il fulcro visivo dell’intero studio. Attorno a lui, le pareti sono interamente rivestite da maxi-schermi LED, declinati in tonalità di blu acceso, con innesti di rosso e bianco che richiamano i colori del logo. Il pavimento lucido amplifica i riflessi, dando la sensazione di trovarsi in una bolla sospesa, dove ogni dettaglio è studiato per catturare lo spettatore.

Le grafiche non sono mai neutre: linee verticali che scorrono come impulsi elettrici, mappe stilizzate dell’Italia che emergono in trasparenza, scritte che dominano lo spazio. Il design punta su un minimalismo tecnologico, dove le forme semplici si uniscono alla potenza cromatica e luminosa, generando un’atmosfera a metà strada tra il talk e il virtual set di un TG di nuova generazione.

La regia delle luci e il pubblico come cornice

Alla direzione della fotografia: Luca Belluccini e Angelo Daniele.

Fondamentale il lavoro delle luci, che alternano toni freddi a bagliori rossi, capaci di cambiare l’umore dello studio in pochi secondi: dal blu rassicurante che evoca e contestualizza serietà, al rosso che sottolinea tensione, forza e drammaticità. Il pubblico, disposto in gradinate laterali, diventa parte integrante della scenografia: anch’esso immerso nei ledwall, si dispongono come in un’apertura alare, fronte al centro dello studio.

Alle loro spalle, il titolo del programma campeggia in lettere giganti, trasformando la superficie in un’estensione narrativa dello schermo e proiettando lo spettatore “dentro la notizia” e non a caso.

Non mancano richiami simbolici: le verticalità delle linee rimandano all’idea di “dati”, “informazioni” che scorrono; l’uso costante del blu suggerisce autorevolezza e affidabilità; il rosso diventa l’accento che richiama l’urgenza della cronaca. Tutto concorre a un linguaggio visivo immediato, dove la notizia non è solo raccontata, ma anche “messa in scena”.

Un ‘family look’ televisivo: le somiglianze con altri studi

La scenografia di Dentro la Notizia non vive in un vuoto creativo, ma si inserisce in una precisa tendenza stilistica che oggi accomuna molte produzioni d’informazione e approfondimento. Guardando con attenzione, è facile cogliere echi e parentele con altri studi televisivi, già dentro Mediaset.

C’è una forte vicinanza con l’ultimo atto di Pomeriggio Cinque targato Myrta Merlino. Ricordate? Stessa logica immersiva basata su superfici LED, stessa predominanza del blu con innesti di colori accesi, stesso effetto “avvolgente” che ingloba il conduttore (hanno pure provato la carta del pubblico, ma solo nelle prime puntate del settembre 2024).

Pomeriggio cinque

Con Fuori dal Coro, invece, la parentela è più concettuale: anche qui maxi-schermi verticali e pareti digitali che diventano narrazione visiva, con il conduttore al centro di un’arena multimediale.

Fuori dal coro

Il parallelismo si estende a È Sempre Cartabianca, che – oltre al trend degli onnipresenti led verticali – condivide la scelta del blu profondo come tonalità dominante e la pulizia visiva, quasi astratta, dello spazio scenico.

è sempre cartabianca

Infine c’è Quarto Grado, dove il legame non è cromatico ma strutturale: l’uso di grandi pannelli LED e la volontà di far esplodere le immagini d’archivio dentro lo studio, creando un ambiente immersivo che mescola talk e suggestioni visive.

Il marchio visivo dell’attuale generazione

Il colpo d’occhio scenografico dello studio 7 di Cologno Monzese dunque si inserisce quindi in un filone ben preciso: quello di un’informazione spettacolarizzata, che si appoggia a scenografie tecnologiche e immersive per dare alla cronaca un impatto ancora più diretto. È una scelta che contribuisce a un vero e proprio “family look” televisivo: cambiano i conduttori, i toni e le linee editoriali, ma il linguaggio visivo rimane coerente, con LED, colori saturi, pavimenti riflettenti e pubblico avvolto nello stesso ambiente scenico.

In questo senso lo studio di Nuzzi non è solo uno spazio dentro cui sviluppare, ma – a suo modo – diventa parte attiva della narrazione. Un palcoscenico che non si limita a fare da sfondo, ma che respira insieme alla notizia, amplificandone il senso, l’importanza e un pizzico di emotività.

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