Stagisti Sky Sport sospesi dopo l’esultanza in diretta al gol dell’Inter: giusto così (non per tutti)

I due tirocinanti sorpresi dalle telecamere di Sky Sport 24 a esultare in diretta per il gol decisivo dell’Inter a Verona durante il telegiornale vengono sospesi “solo” per una settimana. Ecco come si è arrivati a questo provvedimento, le reazioni degli addetti ai lavori e la riflessione su come il contesto della vicenda sia fondamentale.

È diventato virale da domenica 2 novembre il video di La casa dello sport-Day, in onda su Sky Sport 24 mentre l’Inter era in campo a Verona. Sembrava inevitabile l’1-1 quando al 94’ l’autogol di Frase ha regalato la vittoria alla squadra di Chivu.
L’azione è stata commentata in tempo reale da Luca Tommasini, che ha il compito di aggiornare sulle partite di cui Sky non ha i diritti (l’esclusiva è di Dazn).
Dietro di lui, sullo schermo che riprende una parte della redazione, sono apparsi due ragazzi – evidentemente di fede nerazzurra – che hanno esultato e si sono abbracciati in modo plateale e rumoroso. Si è poi appurato che si trattava di due tirocinanti.
Spoiler? Per loro, per utilizzare un modo di dire che va moltissimo proprio tra i giovani, “bene ma non benissimo”. Nel senso che poteva andare decisamente peggio visto che la “sanzione” ricevuta consiste “solo” nella sospensione di una settimana.

LA LETTERA DI FEDERICO FERRI, DIRETTORE DI SKY SPORT, CONTRO L’ESULTANZA IN DIRETTA AL GOL DELL’INTER

Il 3 novembre è stato reso noto il contenuto della lettera del direttore di Sky Sport, Federico Ferri.

Cari colleghi, oggi la redazione si è resa protagonista di una scena indegna della nostra professione e del prestigio e della serietà che contraddistinguono e devono contraddistinguere Sky Sport. Dico “la redazione”, ovvero tutti noi, perché per la gente fuori di qui non ci sono i singoli responsabili, ma c’è Sky Sport, punto. E quando uno di noi si rende protagonista di una brutta figura, la facciamo tutti. Esultare per il gol di una squadra, qualsiasi essa sia, in qualsiasi partita, e mettere in scena baracconate da bar o da stadio (purtroppo vale anche per le tribune stampa, ma questo è un altro discorso), è inaccettabile sempre, a maggior ragione se la scena finisce in onda.
I responsabili sono stati individuati e saranno puniti, ma quello che più mi preme non è penalizzare dei ragazzi, peraltro non appartenenti alla redazione (ma qui torniamo al tema al quale ho accennato prima), ma è fare capire a tutti che il calcio – soprattutto in epoca social, nostro malgrado – è una materia delicata e la terzietà, l’imparzialità, la sobrietà, la professionalità, sono elementi imprescindibili per una testata giornalistica, in tutte le sue forme. E tutti noi dobbiamo essere consapevoli della responsabilità del ruolo che ricopriamo e del marchio che rappresentiamo.
Allargo dunque il discorso ai vostri profili personali sui social network. A come vi comportate allo stadio con l’accredito di Sky e sotto la mia responsabilità, dunque, quando siete inviati o semplici spettatori (chiedere una foto o una maglia a un giocatore non fa parte del nostro mestiere, ad esempio, secondo il mio parere, perché non siamo fan ma giornalisti), o ancor di più ovviamente quando andate in onda. La verità è che quei malcapitati ragazzi non sono gli unici. E io mi sono stufato. Non voglio nemmeno più mettermi a dettare regole o discutere ulteriormente su questo aspetto, come ho fatto in passato.
Chi fa il tifoso, chi dimostra di non essere imparziale o di dare giudizi in qualche modo condizionati anche solo da simpatie o antipatie, o da qualsiasi pregiudizio, e in generale chi non si comporta in modo da onorare la nostra professione e Sky Sport, verrà giudicato editorialmente inadatto a ricoprire il ruolo di inviato, o ad andare in onda, o ad avere responsabilità in redazione. L’ho sempre fatto, come sapete, ma ora mi impegnerò a farlo ancora di più. Vediamo se così entra nella testa di tutti.

LA DECISIONE DI SKY SPORT NEI CONFRONTI DEGLI STAGISTI: SOSPESI UNA SETTIMANA

La Gazzetta dello Sport il 4 novembre ha svelato la “punizione” decisa nei confronti dei due stagisti: “Ferri li ha mandati a casa domenica, dopo averli rimproverati, decidendo di sospenderli per una settimana. Da lunedì 10 torneranno in redazione a coltivare il loro sogno: diventare giornalisti”.

LE REAZIONI DEGLI ADDETTI AI LAVORI SUI “GIORNALISTI-TIFOSI”

Inevitabilmente sui social si sono moltiplicate le reazioni degli addetti ai lavori. E paradossalmente la decisione di Ferri è stata più contestata che apprezzata.

Maurizio Pistocchi, ex moviolista a Mediaset:

La vicenda dei due stagisti di Sky ripresi a loro insaputa mentre esultavano al gol dell’Inter e il relativo comunicato con il quale è stata annunciata la loro sospensione sono aspetti grotteschi e paradossali dell’informazione tv. Il ruolo del giornalista tifoso – già di per sé un anacoluto-è stato ahimè sdoganato proprio da Mediaset negli anni ‘90, e oggi è la norma: sono giornalisti tifosi gli inviati “fissi” al seguito delle squadre più importanti, al Nord come al Sud, con buona pace di direttori e dirigenti di società, ai quali fa comodo indirizzare l’opinione pubblica. Non solo: i tifosi – non solo delle squadre, ma anche di alcuni dirigenti e allenatori- ci sono in pianta stabile anche tra gli ospiti delle trasmissioni più viste e popolari, messi lì da chi ha più influenza, e indirizzano il dissenso verso i nemici e il consenso verso gli amici. Addirittura, sono tifosi in servizio permanente alcuni telecronisti e tante seconde voci, come si nota spesso da commenti dai toni esagerati e poco obiettivi, e sembrano avere il ruolo di “vendere” il prodotto a qualsiasi costo, una sorta di piazzisti dell’informazione calcistica. Chi commenta il Calcio, e lo sport in generale, dovrebbe esaltare il gesto all’interno di una forma, trasmettere una sensazione di terzietà e obiettività e contribuire alla crescita della cultura sportiva. Se non lo fa quasi nessuno, cercare il capro espiatorio in due ragazzi senza “protezioni” mi sembra sbagliato, anche perché si tratta pur sempre di una manifestazione di entusiasmo “privata” e non di un comportamento contrario all’etica professionale, come può essere, ad esempio, l’orientare il commento di fatti e/o episodi a tutela di un interesse particolare. Intanto, secondo uno studio UEFA il nostro Sistema Calcio è agli ultimi posti in Europa, per la precisione al 36 posto su 51. Anche questo sarà colpa degli stagisti?

Riccardo Cucchi, storico radiocronista a Tutto il calcio minuto per minuto:

Vorrei dire una cosa molto banale rispetto alle ultime vicende della redazione sportiva di Sky. Tutti abbiamo una squadra del cuore. Io stesso sono stato un ragazzo di curva. Ma quando sei al lavoro devi semplicemente dimenticartelo. Per rispetto a tutti i tifosi ai quali parli.

Valerio Iafrate, già giornalista a Sky Sport e Rai Sport:

L’assunto che un giornalista sportivo non può, anzi, non deve avere una squadra del cuore è una delle ipocrisie più grandi della nostra professione. Abbiamo tutti cominciato a fare questo lavoro perché innamorati di quella maglia, perché quel giocatore ci faceva emozionare. Ma sta tutta nella deontologia professionale la capacità di separare i giudizi professionali dal tifo. E a questo arrivi con l’esperienza, con il lavoro, con gli anni. Ecco perché gridare allo scandalo se due ragazzini – due stagisti – ignari delle telecamere, esultano al gol vittoria della loro squadra del cuore vuol dire cavalcare quell’ipocrisia per puro populismo. E invocarne il licenziamento è, semplicemente, una gigantesca ca*zata.

IL CONTESTO È IMPORTANTE: HA RAGIONE IL DIRETTORE DI SKY SPORT

Legittime le opinioni di chiunque. Ma Federico Ferri, a giudizio di chi scrive questo post, ha pienamente ragione. Il contesto è fondamentale. Non si può confondere un tg sportivo di una testata che da sempre punta sull’affidabilità e sull’imparzialità con i talk show in onda sulle reti generaliste o sulle tv locali che – legittimamente – ospitano (anche) giornalisti o personaggi spudoratamente tifosi che portano avanti il loro credo calcistico, in alcuni casi anche in modo macchiettistico, per dar vita al vero “bar dello sport” di biscardiana memoria.
Nel caso specifico Sky Sport 24 stava aggiornando sui risultati del campionato di calcio di serie A e, dunque, è doveroso per giornalisti, inviati e ospiti del canale (200) garantire la massima serietà, senza scivoloni faziosi o puerili che possano comprensibilmente infastidire i tifosi della squadra che ha subito una rete o del team rivale di chi quel gol l’ha segnato. Diverso – a proposito di contesto – è se il gol viene segnato da una squadra italiana nelle coppe europee o ancora di più se a “gonfiare la rete” è la Nazionale azzurra in una competizione internazionale. A quel punto agli stessi telecronisti di Sky viene “concesso” di impostare la cronaca in modo più parziale e per certi versi da tifoso.
Altrimenti, se vale tutto, non dovremmo stupirci se un direttore di un telegiornale esultasse in onda dopo la vittoria elettorale del suo partito di riferimento. E così, anche l’”omaggio” postumo a Emilio Fede è compiuto a conclusione di questa riflessione.

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