

Era l’aprile 2005 quando su Italia 1 comparvero per la prima volta Jean Claude e Madre, protagonisti di Sensualità a Corte. Storia di una saga nata per gioco e diventata -grazie anche alla Gialappa’s Band- un cult della tv italiana
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C’è una fiction italiana che va in onda da vent’anni. Nessun Commissariato di Polizia, nessuna famiglia allargata, nessun parroco investigatore. Semplicemente un figlio e sua madre, nella Parigi del 1700: Sensualità a corte compie vent’anni. Era l’11 aprile 2005 quando all’interno di Mai Dire Lunedì Marcello Cesena e Simona Garbarino indossavano per la prima volta le parrucche di Jean Claude e Madre, dando vita a una saga tanto assurda quanto irresistibilmente longeva.
Da Rivombrosa a Jean Claude
La genesi di SaC è ormai nota: come più volte raccontato da Cesena, l’idea di creare una fiction parodia delle serie in costume gli venne quando sua nipote gli fece vedere una puntata dell’allora popolarissimo Elisa di Rivombrosa. Costumi settecenteschi, amori impossibili, cospirazioni e lotte per il potere: tutto molto bello, ma anche estremamente ironico, secondo Cesena, che trovò gli spunti per scrivere una rivisitazione del period drama che sapesse ironizzare proprio su quegli elementi che ne decretavano il successo.
Il (temporaneo) no dei Gialappi
Un format della durata di pochi minuti, ironico, anche politicamente scorretto: insomma, perfetto per la Gialappa’s Band. Ma, stando a quanto raccontato da Cesena a Tintoria, ad una prima visione l’allora trio formato da Marco Santin, Giorgio Gherarducci e Carlo Taranto non fu subito folgorato da Jean Claude.
Ad ogni modo, la prima puntata, ormai confezionata, andò in onda. E fu subito successo: Cesena ha rivelato di aver capito di aver fatto centro quando, una mattina per le vie di Genova, sentì un bambino durante una lite con la mamma esclamare quel “madreeeh” oggi diventata un’espressione comune e subito riconoscibile.
Negli anni, la voce fuori campo della Gialappa’s Band diventa uno degli elementi del successo del format. Quando SaC si allontanerà da loro (come vedremo tra poco), l’assenza della voce del trio si farà sentire, eccome. Lo stesso Cesena lo ha ammesso, sempre a Tintoria: “Con loro se dici una battuta che non fa ridere, diventa divertentissima. Difficile fare a meno di loro. Sono gli unici che riescono a starti sopra senza cancellarti. Ho fatto Sensualità con le loro voci e senza: non c’è paragone”.
I vari traslochi del format
Seppur fortemente legato alla Gialappa’s Band, Sensualità a Corte lungo questi vent’anni ha avuto anche altre case. Il debutto è avvenuto su Italia 1, dove la serie ha trovato spazio per molto tempo nei programmi dei Gialappi, i vari Mai Dire dal 2005 al 2009.
Nel 2012 il passaggio in Rai, in Quelli che il calcio condotto da Victoria Cabello: per la prima volta, gli episodi vanno in onda senza il commento della Gialappa’s Band, e così sarà fino al 2013. Un’esperienza che dura poco e che anticipa una nuova lunga pausa, di cinque anni.
Nel 2018 SaC torna in onda su Italia 1 e con la Gialappa’s, in Mai Dire Talk. Nel 2021 gli episodi diventano parte della scaletta del programma comico Honolulu, nuovamente senza Gialappi. Ma per poco: con il loro passaggio a Sky e a Tv8, Jean Claude, Madre e tutto il cast di Sensualità a Corte torna nel suo contesto natale, in GialappaShow.
Perché ci piace tanto Sensualità a corte?
Ancora prima dei meme, c’erano le reaction di Jean Claude: senza volerlo, Sensualità a Corte, i suoi cliché esasperati e le sue citazioni ultra-pop, hanno offerto al pubblico un linguaggio di battute e situazioni che vivono anche fuori dallo schermo e che hanno creato una comunità di appassionati che si riconosce nei vari tormentoni sfornati dalla serie.
Anche la sua durata è artefice del successo: episodi di pochi minuti che, anticipando la brevità dei reel, rendono SaC spillolabile per natura. Non c’è bisogno, insomma, di suddividere l’episodio e sceglierne i momenti salienti per metterli online. L’episodio stesso è il contenuto social, perfetto per essere consumato su qualsiasi schermo.
Nonostante la velocità dei pezzi, SaC ha creato un universo tutto suo, con delle regole e degli schemi che ne fanno un prodotto davvero unico e, ancora oggi, attuale. Dai brani famosi reinterpretati da Madre come sigla, ai personaggi secondari diventati stagione dopo stagione sempre più riconosciuti dal pubblico, fino alla dinamica tra Madre e Jean Claude che si avvicina più alla comicità slapstick dei cartoni animati di una volta. E forse anche questo ne ha determinato il successo: il loro rapporto di amore-odio, senza mai raggiungere una soluzione, ci ricorda i continui inseguimenti senza risultato di Gatto Silvestro verso Titti o di Willy il coyote su Beep Beep.
Una saga, due epoche
La longevità di questo piccolo mondo grottesco è diventata un caso raro nella televisione italiana, capace di coniugare satira, teatralità e autoironia. Perché per quanto Sensualità a Corte possa sembrare un prodotto semplice e di immediato consumo da parte del telespettatore, alle sue spalle ha una lavorazione che, come tutti i pezzi comici più leggeri, richiede invece molto impegno.
Cesena, che della saga è anche sceneggiatore e regista, in questi vent’anni si è affidato non più solo al basilare utilizzo del green screen, che trasporta Madre e Jean Claude nei lussuosi palazzi parigini del XVIII secolo, ma ha anche impiegato le tecnologie più recenti, effetti speciali innovativi e, infine, la computer grafica, fino a creare un nuovo personaggio (il topo Ugo) realizzato interamente in digitale.
La tecnologia applicata al genere del periodo drama ha creato un ibrido che è diventato oro per la comicità di Cesena: SaC riesce a mantenere il suo periodo storico di riferimento come ambientazione principale degli episodi, ma le contaminazioni con la cultura pop degli ultimi venti-trent’anni aprono un portale con il nostro presente che ci avvicina di più a personaggi che, altrimenti, oggi non avrebbero più nulla da dire.
E tutto questo, va ricordato, è nato da un’idea sviluppata per gioco, diventata a vent’anni di distanza, una delle più singolari e resistenti icone della cultura pop italiana. Cesena ha provato a replicare il modello di SaC su altri prodotti: la parodia di Masterchef e di Dottor House, la saga di Cucinare Guidando, e le esplorazioni di Sir Leepton Hais Tee sono tutti figli di Jean Claude. Madre dovrebbe esserne orgogliosa (ma ormai la conosciamo e sappiamo che non lo sarà mai).






