

Il Collegio sta per tornare su RaiPlay con la sua nona edizione in Italia, ma il format viene da lontano. Tra le tante trasposizioni c’è stata Internatet, la versione norvegese che dopo una sola edizione ha testato una diversa ambientazione, anche quella però abbandonata subito. Sono passati 20 anni da quella versione, così come dalla maggior parte delle edizioni de Il Collegio realizzate nel mondo…
Il Collegio è da oggi nuovamente disponbile su RaiPlay con tutte le sue 8 edizioni, tutti i provini, le backstories e le clip realizzate dal 2016 al 2023. E tra qualche settimana debutterà su RaiPlay con la sua nona edizione, che arriva dopo un anno di pausa. Il Collegio è la versione del format originale, il britannico That’ll Teach ‘Em, con più edizioni in assoluto ed è un dato curioso: la maggior parte degli omologhi europei è comparsa in tv venti anni fa o poco più per tornare con un massimo di 3 edizioni. Tra queste c’è Internatet, la versione norvegese prodotta da Nordisk Film&TV e trasmessa da TvNorge dal 14 settembre 2005 per 10 puntate da 50′. Sono passati 20 anni.
Internatet, il successo e la cancellazione
La formula di Internatet (traduzione letterale di Il Collegio) è quella del format, con qualche sostanziale variazione: 20 adolescenti (con qualche abbandono e qualche rimpiazzo nel corso delle puntate) vengono spediti in un collegio del 1955 per imparare un po’ di disciplina e vivere l’esperienza di una scuola rigorosa e dai metodi antichi, lontani dai genitori e soprattutto dalla loro tecnologia. E consideriamo che ‘all’epoca’ di Internatet la tv era ancora in 4:3, i social di fatto non esistevano (FB era nato l’anno prima), i cellulari avevano Snake come intrattenimento (col primo iPhone che sarebbe stato commercializzato due anni dopo): insomma, il 2005 potrebbe essere un’ambientazione credibile per i collegiali di oggi.
Tra interrogazioni, prove, ribellioni, primi amori il meccanismo è identico a quello che abbiamo conosciuto in Italia, se non fosse per una differenza: la possibilità di vincere borse di studio. In quella unica edizione ne furono consegnate quattro, di importo compreso tra le 15mila e le 75mila corone norvegesi (circa 2000 – 9.600 € dell’epoca), per la miglior condotta, per la migliore media tra i ragazzi e per la migliore media tra le ragazze e infine, il più alto, per il miglioramento più incisivo nell’arco delle settimane di collegio. Beh, con i soldi si gioca un altro campionato. Da noi solo nell’ottava edizione è stata introdotta la possibilità di vincere una borsa di studio del valore di circa 14mila euro per frequentare un semestre in un liceo degli Stati Uniti.
Gli ascolti
Il pubblico accolse Internatet piuttosto bene: la prima puntata ottenne 392.000 spettatori, con un 25,8% di share sulla fascia che raccoglie i maggiori di 12 anni, ma con una penetrazione maggiore, come ovvio, sui più giovani: 39,5% nel segmento 12-44 anni e quasi il 70% nella fascia di età 12-19 anni. La media si attestò sui 350mila telespettatori a puntata, che per la media norvegese è un dato rilevante. A sostegno del successo tv, ci fu anche il dibattito ‘sociale’ che innescò: da una parte gli ‘indignati’ dalla gioventù moderna “viziata” e sostanzialmente ignorante, dall’altra chi osservò nel comportamento dei ragazzi le difficoltà di una generazione travagliata.
Nonostante questo, il programma fu chiuso dopo una sola stagione. Si potrebbe dire, all’apice del successo.
Arriva Feriekolonien (2007)
Due anni dopo si cerca di ‘capitalizzare’ quel successo con una variante: nel 2007 Nordisk Film&TV e TvNorge propongono al pubblico Feriekolonien (La Colonia) lanciato come “il richiesto sequel di Internatet“. “La gente ha trovato divertente vedere come i giovani di oggi reagissero alle norme e ai valori di un tempo” commentò l’ufficio stampa di TvNorge nel presentare il nuovo programma come un “a grande richiesta”. Ma non si scelse una seconda edizione di Internatet – potrebbero esserci stati problemi di acquisto e di diritti sul format – optando per una variazione sul tema: invece di un collegio anni ’50, la scena si spostò in una colonia estiva degli anni ’50. Meccanismo simile e ancoraggio narrativo nell’insegnante di ginnastica di Internatet, Espen Jansen, che tornò in Feriekolonien come “responsabile delle attività sportive”.
Anche in questa versione, furono realizzare 10 puntate da 50′ con 16 adolescenti seguiti per 4 settimane. E se in collegio c’erano da rispettare lezioni e interrogazioni, una colonia estiva basava la sua disciplina su costante attività fisica e sportiva, igiene, corretta alimentazione e lotta alla pigrizia, il tutto all’aria aperta. Un contesto più dinamico della scuola, senza dubbio. Gli ascolti premiarono e il programma vinse anche il Gullruten 2008, l’equivalente norvegese degli Emmy, nella categoria “Miglior reality”.
Tocca agli adulti con Spesialklassen
Anche Feriekolonien, dura una sola edizione. Il format di That’ll Teach ‘Em non trova altre trasformazioni in Norvegia, anche se un recente format di VGTv, piattaforma on demand legata a un quotidiano/sito di informazione, ha recuperato la collocazione scolastica per Spesialklassen, un programma comico che nasce come spin-off di un format comedy, Spårtsklubben, con gli stessi protagonisti però questa volta ‘costretti’ a interagire in una scuola, come una classe un po’ particolare. Un comedy-show, dunque, che de Il Collegio sembra richiamare solo l’ambientazione e le divise, ma poco altro.
Il Collegio mai andata oltre la terza edizione, altrove.
Torniamo, però, a Il Collegio nella sua versione ‘originale’.
L’edizione britannica è andata in onda dal 2003 al 2006: il debutto risale a più di venti anni fa, così come manca poco al ventennale della sua conclusione. Non che altrove sia durata molto di più: una rapida ricerca ci permette di riassumere le versioni realizzate e il numero di edizioni per ciascuna.
Probabilmente la versione italiana ha trovato una combinazione narrativa capace di resistere al tempo e un pubblico che ama rivivere il ‘come eravamo’. Intanto il fenomeno ha il suo interesse…