Una storia chiamata “Des chiffres et des lettres” e gli adattamenti italiani
des chiffres et des lettres

Dalla condanna a France Télévisions alla chiusura del 2024: perché Des chiffres et des lettres è stato un programma unico e cosa è successo ai suoi adattamenti italiani, da Paroliamo ai richiami in Tandem, Zig Zag e

A un anno dalla sua chiusura definitiva in Francia, Des chiffres et des lettres (trad. Numeri e lettere) torna al centro dell’attenzione.

Non per un revival, né per un’operazione nostalgia. A riaccendere i riflettori sullo storico quiz francese è una sentenza del tribunale del lavoro di Parigi, che – a quanto riporta Le Parisien – ha condannato France Télévisions a risarcire due volti simbolo del programma: Bertrand Renard e Arielle Boulin-Prat.

des chiffres et des lettres

Secondo la decisione, notificata il 27 novembre, la tv pubblica dovrà versare circa 450 mila euro complessivi ai due ex collaboratori, protagonisti per decenni del programma. Una cifra importante, che chiude un lungo contenzioso giudiziario e che arriva dopo l’uscita di scena forzata dei due nel 2022, a seguito di una riorganizzazione del format.

Una vicenda che, più che riaprire una ferita, diventa oggi un pretesto per interrogarsi sul peso storico di Des chiffres et des lettres e sul modo in cui la televisione generalista gestisce la propria memoria.

Il caso giudiziario: perché France Télévisions è stata condannata

Bertrand Renard e Arielle Boulin-Prat erano stati allontanati dal programma nell’estate del 2022, dopo – rispettivamente – 47 e 36 anni di presenza continuativa. All’epoca France Télévisions parlò di un semplice cambio di formula, con il trasferimento del quiz al weekend, proposta che i due avrebbero rifiutato. Una versione sempre respinta dagli interessati, che denunciarono un’uscita “costretta e forzata”.

Da lì è partito un lungo percorso giudiziario. Al centro della causa, un punto chiave: la natura dei contratti di lavoro. Per decenni, Renard e Boulin-Prat avevano firmato una quantità enorme di contratti a termine di tipo “d’usage” (CDDU), una formula tipica dell’audiovisivo francese.

Secondo il tribunale, però, questi contratti mascheravano in realtà un rapporto di lavoro stabile e continuativo, che avrebbe dovuto essere riconosciuto come contratto a tempo indeterminato a tempo pieno: dal 1975 per Renard e dal 1986 per Boulin-Prat.

I giudici hanno inoltre stabilito che il loro licenziamento fosse nullo, parlando apertamente di esecuzione sleale del contratto, di rottura brutale e vessatoria del rapporto di lavoro e di discriminazione basata sull’età.

Una sentenza durissima, che riconosce indennità, risarcimenti e danni morali, e che lascia aperta anche la possibilità di un appello per un indennizzo eventualmente ancora più alto.

Un programma che ha attraversato mezzo secolo di tv

Al di là delle aule di tribunale, Des chiffres et des lettres resta uno dei programmi più importanti della storia della televisione francese. Nato nel 1972, è rimasto in onda per oltre cinquant’anni, passando da France 2 a France 3 senza mai perdere la propria identità.

Il meccanismo era tanto semplice quanto geniale:

  • una prova numerica, basata su calcoli aritmetici da risolvere in pochi secondi
  • una prova letteraria, in cui i concorrenti dovevano comporre la parola più lunga possibile partendo da lettere estratte casualmente

Un format essenziale, che puntava tutto su logica, lingua e concentrazione. E che ha dimostrato, stagione dopo stagione, che l’intelligenza può essere intrattenimento.

Un’idea di televisione oggi quasi scomparsa

Per decenni Des chiffres et des lettres è stato l’esempio perfetto di tv educativa ma popolare. Un programma seguito da famiglie, studenti, pensionati, capace di unire generazioni diverse davanti allo stesso schermo. Niente musica invadente, niente pubblico urlante, nessun ritmo frenetico. Il tempo televisivo era lento, rispettoso, quasi fuori moda già negli anni 2000. E proprio questa sua “resistenza al tempo” è stata anche la sua forza.

I volti storici e il valore della continuità

Il successo del programma non si spiega senza i suoi volti storici. Bertrand Renard e Arielle Boulin-Prat non erano semplici esperti chiamati a commentare le soluzioni, ma presenze familiari, parte integrante del format.
La loro continuità rappresentava una certezza per il pubblico, un elemento di fiducia raro in televisione. Ed è anche per questo che il loro allontanamento ha segnato una frattura così netta, quasi in contrasto con lo spirito stesso del programma.

L’adattamento italiano: una storia in più tempi

In Italia, il percorso del format ispirato a Des chiffres et des lettres è stato molto diverso. Più breve, più irregolare, ma estremamente interessante.

Il primo vero adattamento risale al 1977, con Paroliamo, trasmesso su Telemontecarlo. Alla conduzione c’era Lea Pericoli, affiancata inizialmente da Franco Franchi e poi dall’enigmista Silvano Rocchi. Il gioco puntava soprattutto sulla componente linguistica.

Da Paroliamo nacque anche Paroliamo e contiamo, versione più fedele all’originale francese, con l’introduzione esplicita della prova matematica. Alla conduzione Gisella Pagano, mentre la parte dei numeri era affidata al doppiatore Federico Danti.

Il passaggio in Rai: tra sperimentazione e contenitori

Nel 1982, il format approda in Rai, inserito nel contenitore pomeridiano Tandem su Rai 2, condotto da Fabrizio Frizzi. In questa fase il quiz vive come segmento interno, con Marco Dané nel ruolo di giudice del gioco.

Nel 1989, il destino vuole che il quiz riemerga su Rai 2 all’interno di Mente Fresca, dal Centro di Produzione Rai di Napoli. Anche qui Marco Dané è ideatore e conduttore, affiancato da Patrizia Focardi e dal divulgatore Roberto Vacca, che rafforza l’anima culturale del format.

E’ nello stesso anno che Paroliamo vede la sua fine ufficiale in Italia, successivamente parte dell’idea viene ulteriormente rielaborata in chiave più pop.

I richiami a Zig Zag (Canale 5, 1983)

Su Canale 5, all’interno di Zig Zag condotto da Raimondo Vianello, nasce il gioco Pesca la lettera, una versione semplificata e giocosa, ormai lontana dalla struttura originale.

È il segno di un destino chiaro: in Italia il format viene continuamente riadattato, ma mai davvero consacrato. Il confronto con la Francia è inevitabile: là Des chiffres et des lettres è rimasto in onda per oltre 50 anni, diventando un’istituzione. Qui il format ha vissuto a intermittenza, inglobato in contenitori, sperimentazioni, derivazioni.

L’Italia ha avuto il format, ma non gli ha mai dato il tempo di entrare nel cuore del pubblico

La chiusura nel 2024 e il peso della memoria

Des chiffres et des lettres è stato cancellato definitivamente nel 2024, chiudendo un’epoca della televisione generalista francese, quella in cui i programmi potevano invecchiare insieme al pubblico. La sentenza di oggi non riporterà il quiz in onda, ma ne certifica indirettamente l’importanza: quando un programma continua a far discutere anche dopo la sua fine, significa che ha lasciato un segno profondo.

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