Carosello in Love: la storia di Carosello (che rivivrà nel nuovo film tv di Rai 1)
Carosello in Love

Con la messa in onda su Rai 1 del film tv Carosello in Love, ricordiamo la storia e i protagonisti di Carosello.

Il mito di Carosello rivivrà in Carosello in Love, film tv che andrà in onda in prima visione su Rai 1, domenica 30 novembre, diretto da Jacopo Bonvicini, con Ludovica Martino e Giacomo Giorgio.

In questo film per la televisione, Carosello diventa il set di una love story tra Laura e Mario, due professionisti della tv che intrecciano la loro vicenda sentimentale con le indimenticabili pubblicità che hanno fatto la storia della tv italiana. Questa storia d’amore, quindi, diventa l’occasione per raccontare un’epoca magica ricordata dagli italiani che l’hanno vissuta e non solo.

Ripercorriamo anche noi quindi la storia di Carosello, citando anche il tentativo del 2013 di riportarlo in vita, con il progetto Carosello Reloaded.

La storia di Carosello

Carosello è un pezzo di storia della tv e della cultura italiana, un fenomeno, durato precisamente vent’anni, che segnò un’epoca.

Andato in onda dal 3 febbraio 1957 al 1° gennaio 1977 per un totale di 7.261 puntate (tutte in bianco e nero), Carosello era l’appuntamento serale fisso che concludeva la giornata e andava in onda sull’unico canale esistente in Italia, denominato successivamente prima Programma Nazionale e poi Rete 1 (sostanzialmente l’attuale Rai 1), intorno alle ore 20:50 (alle ore 20:30, dal 1973), al termine del telegiornale.

Andava tutti i giorni tranne il venerdì santo e il 2 novembre, giorno della commemorazione dei defunti. L’appuntamento quotidiano saltò solo a causa di eventi eccezionali come la morte di papa Giovanni XXIII, la strage di piazza Fontana, la morte di papa Pio XII, il disastro del Vajont, gli omicidi di John e Robert Kennedy e l’ammaraggio della navicella spaziale Apollo 14.

Ogni puntata conteneva 4 Caroselli. A partire dal 1960, il numero di Caroselli salì a 5 per ogni puntata (dal 1962 al 1964 scesero di nuovo a 4). Dall’autunno 1974 fino all’estate 1976, i Caroselli in onda in ogni appuntamento diventarono 6.

Carosello nacque dalla necessità di introdurre la pubblicità in tv in un modo che fosse percepito dal pubblico come intrattenimento e anche per trovare una soluzione ad una legge vigente all’epoca che vietava di fare pubblicità all’interno di uno spettacolo televisivo.

Quelli che andarono in onda, quindi, furono sostanzialmente dei cortometraggi realizzati dalle aziende per promuovere i loro prodotti, scenette comico-teatrali-musicali seguiti da messaggi pubblicitari.

Ogni Carosello, quindi, era diviso rigorosamente in due parti: la prima parte con la scenetta, che non citava esplicitamente il prodotto (a causa della sopraccitata legge) e che durava circa 90 secondi, e la seconda parte, con il cosiddetto codino ossia il messaggio promozionale di 30 secondi che, il più delle volte, terminava con uno slogan che, spesso e volentieri, diventava un tormentone o una frase di uso comune.

Anche la frase “Dopo il Carosello, tutti a nanna!”, che chiudeva ogni puntata, entrò di diritto tra i classici modi di dire.

Carosello contribuì a plasmare le abitudini degli italiani, rendendo popolari prodotti fino ad allora sconosciuti e lanciando personaggi entrati nell’immaginario collettivo.

L’avvento della pubblicità come la conosciamo oggi, con spot più brevi, incisivi e maggiormente focalizzati sul prodotto, le esigenze delle aziende di prodotti del mercato internazionale e l’esplosione delle tv private segnò inevitabilmente il declino e la fine di Carosello.

I personaggi e i tormentoni

Tra i personaggi più famosi lanciati da Carosello (con i loro rispettivi tormentoni) è doveroso citare Calimero del detersivo Ava (“È un’ingiustizia, però!”), l’Omino coi Baffi della Caffettiera Bialetti (“Eh sì, sembra facile (fare un buon caffè)!”), Caballero e Carmencita del caffè Lavazza (“Carmencita, che buon caffè!”), La Linea delle pentole Lagostina, L’infallibile Ispettore Rock della brillantina Linetti (“Anch’io ho commesso un errore: non ho mai usato la brillantina Linetti”), Susanna Tuttapanna del formaggino Milione di Invernizzi (“Pitupitum – pa!”) e Jo Condor della Nutella (“Ma che ci ho scritto Jo Condor?”).

Attori e registi

Carosello fu una grande palestra per registi e attori ma anche per disegnatori e pubblicitari e vi presero parte grandi nomi del cinema, della tv e del teatro.

Gli attori da citare e ricordare, sia italiani che internazionali, sono tantissimi (per attori, intendiamo anche altre personalità come cantanti, musicisti, sportivi, presentatori e non solo).

Tra gli italiani, nominiamo Giorgio Albertazzi, Laura Antonelli, Renzo Arbore, Nicola Arigliano, Gianni Boncompagni, Mike Bongiorno, Gino Bramieri, i Brutos, Renato Carosone, Mario Carotenuto, Raffaella Carrà, Adriano Celentano, Gino Cervi, Walter Chiari, Sabina Ciuffini, Corrado, Carlo Dapporto, Ninetto Davoli, Eduardo e Peppino De Filippo, Oriella Dorella, Johnny Dorelli, Maria Giovanna Elmi, Aldo Fabrizi, Paolo Ferrari, Dario Fo e Franca Rame, Arnoldo Foà, Vittorio Gassman, Carla Fracci, Felice Gimondi, Massimo Girotti, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Sylva Koscina, Ubaldo Lay, Virna Lisi, Alberto Lupo, Nino Manfredi, Mina, Domenico Modugno, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, Tiberio Murgia, Amedeo Nazzari, Ave Ninchi, Alighiero Noschese, Adriano Panatta, Ottavia Piccolo, Nicola Pietrangeli, Raffaele Pisu, Nilla Pizzi, Paolo Poli, Giovanna Ralli, Renato Rascel, Clay Regazzoni, i Ricchi e Poveri, Delia Scala, Alberto Sordi, Solvi Stubing, Nino Taranto, Ugo Tognazzi, Totò, Franca Valeri, Bice Valori e Paolo Panelli.

Tra gli stranieri, invece, ricordiamo Brigitte Bardot, Janis Joplin, Corinne Clery, Fernandel, le gemelle Kessler, Philippe Leroy, Jerry Lewis, Don Lurio, Pelè, Frank Sinatra, Jean Sorel e Orson Welles.

Per alcuni attori, Carosello non fu una semplice parentesi ma una parte fondamentale della loro carriera al quale il loro nome è legato indissolubilmente.

L’attore teatrale veneziano Cesare Polacco raggiunse la notorietà grazie al ruolo del “quasi” infallibile Ispettore Rock, citato in precedenza, diventato calvo per non aver mai usato la brillantina Linetti.

Ernesto Calindri, invece, divenne famoso per essere l’uomo che, stanco della frenesia della vita in città, si metteva seduto davanti a un tavolino sistemato proprio in mezzo al traffico. Lo slogan dello spot dell’aperitivo Cynar era “Contro il logorio della vita moderna”. Franco Volpi, invece, è ricordato per essere stato l’interprete di un popolare Carosello che pubblicizzava la China Martini, in cui appariva proprio accanto a Calindri.

Molto noti, inoltre, erano anche i Caroselli del confetto Falqui con protagonista Tino Scotti mentre l’ex nuotatore Fioravante Palestini divenne famoso per essere stato testimonial dei biscotti Plasmon.

L’attore Mimmo Craig, invece, conquistò una grande popolarità con il Carosello dell’olio Sasso nel quale interpretava un signore magro che aveva l’incubo ricorrente di diventare grasso. Lo slogan/tormentone era “La pancia non c’è più”.

Artisti jazz come Franco Cerri e Nicola Arigliano, infine, si fecero conoscere da un pubblico più vasto grazie ai Caroselli del detersivo Bio Presto (in cui Cerri si presentava immerso nell’acqua per testare il detersivo sulla camicia ancora indossata) e del digestivo Antonetto (di cui Arigliano fu testimonial anche dopo la fine di Carosello).

Tra i registi più famosi che diressero Caroselli nel corso della loro carriera, invece, citiamo innanzitutto Luciano Emmer, considerato l’inventore del Carosello nonché realizzatore delle prime due sigle insieme a Cesare Taurelli, e poi Pupi Avati, Sergio Leone, Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Ermanno Olmi, Bruno Bozzetto, Tinto Brass, Vincenzo Cerami, Sergio Citti, Luigi Comencini, Bruno Corbucci, Damiano Damiani, Ruggero Deodato, Pasquale Festa Campanile, Dario Fo, Gino Landi, Nanni Loy, Maurizio Nichetti, Pipolo, Luciano Salce, Ettore Scola, Alberto Sordi, Steno, Paolo e Vittorio Taviani, Corrado Farina, Ugo Gregoretti, Luigi Magni, Gillo Pontecorvo, Valerio Zurlini e Richard Lester.

Carosello Reloaded: il tentativo di far rivivere il mito di Carosello

La Rai, nella fattispecie la concessionaria pubblicitaria del servizio pubblico radiotelevisivo, Rai Pubblicità, nel 2013, tentò di riportare in vita Carosello con l’esperimento Carosello Reloaded, andato in onda nel 2013 e 2014 con quattro cicli di puntate: il primo ciclo, dal 6 maggio al 13 luglio 2013, il secondo ciclo, dal 29 settembre al 22 dicembre 2013, il terzo ciclo, dal 23 marzo al 25 maggio, e il quarto e ultimo ciclo di puntate, dal 30 settembre al 14 dicembre 2014.

L’obiettivo dichiarato della Rai, con questo programma, fu quello di “rilanciare, stimolare e rigenerare la voglia di fare la pubblicità”, concedendo alle agenzie pubblicitarie di esprimere le proprie idee in spazi che superavano ampiamente i tradizionali 30 secondi di uno spot ordinario. Il secondo fine fu anche quello di provare a far riaccendere l’interesse dei telespettatori nei confronti della pubblicità.

Carosello Reloaded fu un progetto cross-mediale: oltre in tv, infatti, i nuovi Caroselli venivano veicolati anche sul web, in 510 sale cinematografiche italiane e in radio.

Ogni puntata era composta da 3 spot pubblicitari da 70 secondi l’uno (eccezionalmente, ne furono trasmessi 4 nella puntata d’esordio). Fu mantenuta la storica sigla di Carosello, proposta con un arrangiamento diverso ma simile all’originale e una nuova videografica.

Le aziende che mandarono in onda i loro spot in questi spazi furono Ferrero, Eni, Wind, Conad, Unilever, Procter & Gamble, Sanpellegrino, Acqua Lete, Sofiass, BMW, Regione Marche, Grana Padano, UniCredit, Chateau d’Ax e Sky Italia.

La differenza sostanziale fu che, in questi nuovi spot, il messaggio commerciale veniva veicolato fin da subito e non alla fine, come avveniva invece nel Carosello storico. In pratica, quelli di Carosello Reloaded erano semplici spot di durata maggiore.

Negli ultimi due cicli di puntate, inoltre, il format iniziale fu sostanzialmente stravolto e anche privato dell’intento originario. Ogni puntata, infatti, presentava al suo interno una serie di sketch provenienti da una sit-com di produzione francese, dal titolo Genitori – Istruzioni per l’uso. Suddetti sketch venivano interrotti da spot pubblicitari dalla durata canonica (15 o 30 secondi).

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