

Da Pupo a Maria De Filippi, da Fazio ad Alberto Angela, un sabato sera televisivo che racconta un Paese in equilibrio tra tradizione e cambiamento. Nel frattempo, il Mondo si confonde tra la paura della crisi economica e la fiducia per l’elezione di Barack Obama nuovo presidente degli USA.
Era un novembre strano, quello del 2008.
L’America festeggiava da pochi giorni l’elezione di Barack Obama, il primo presidente afroamericano della storia degli Stati Uniti, simbolo di un’epoca che prometteva cambiamento. Ma mentre il mondo salutava la speranza, le Borse affondavano: la crisi economica globale era già esplosa e cominciava a toccare anche l’Europa, le famiglie, i consumi, il lavoro.
Tra titoli di giornale che parlavano di “piani di salvataggio” e “aiuti alla classe media“, la TV italiana cercava come sempre la sua via di fuga. Nel caos della finanza mondiale, il piccolo schermo restava l’unico luogo immobile: una certezza di luci, sigle e prime serate familiari.
L’autunno televisivo del 2008 salutava Carramba! Che fortuna, il sabato sera non era più legato alla Lotteria Italia, ma il mercoledì sì. Raffaella, in forma smagliante, sulla rete ammiraglia conduceva l’ultima edizione di uno dei programmi più fortunati degli ultimi 30 anni della Rai. I reality oltre confine regnavano in ogni dove: in Honduras L’Isola dei Famosi numero 6 su Rai 2 stava per incoronare Vladimir Luxuria come trionfatrice di un’edizione iconica che ha portato alla ribalta una certa Belen Rodriguez, su Italia 1 la terza edizione de La Talpa condotta da Paola Perego portava risultati ad una Italia 1 che aveva bisogno di tornare a brillare.
Sabato 8 novembre 2008, in un’Italia che guardava più al futuro con ansia che con entusiasmo, il sabato sera televisivo offriva il suo solito spettacolo: emozioni, fiction, show, commedie, film d’avventura e la rassicurante idea che – almeno per qualche ora – tutto potesse tornare al suo posto.
Su Rai 1 Pupo in prime time contro ‘C’è posta’
La prima serata di Rai 1 si apriva, come sempre, con la sequenza classica composta da: TG1, TG Sport, e il blocco di Affari Tuoi, il format che dal 2003 dominava l’access della rete. A partire dalla sesta edizione (quella – appunto – dell’autunno 2008) Max Giusti approda alla conduzione dopo le prime 3 stagioni di Flavio Insinna.
Alle 21:30 – leggete bene l’orario perché, sì: questa fascia inizia a prendere il largo – il testimone passava a Pupo, alla guida dell’ultima puntata di Volami nel cuore. Un varietà di intrattenimento che metteva al centro gare di canto, ballo, recitazione e persino pattinaggio artistico fra due squadre: la prima capitanata da Biagio Izzo e l’ex annunciatrice e conduttrice Barbara Matera, la seconda da Gabriele Cirilli e Sabrina Ghio (ballerina di Amici 3). Un format che cercava di fondere il sapore del varietà tradizionale con la dinamica da talent, tra spettacolo corale e competizione da gioco.
L’appuntamento venne visto da 3 milioni di spettatori ed il 17% di share.
Rai 1 non voleva rinunciare alla propria identità di servizio pubblico generalista: preferiva intrattenere senza strafare, restando fedele al modello tradizionale dello spettacolo visto in salotto. Mentre il mondo reale fuori oscillava, Rai 1 portava un segnale di stabilità, offrendo al pubblico il suono familiare della sigla e il clima da casa.
La seconda parte della serata – in partenza dieci minuti prima di mezzanotte – scivolava tra TG1 Notte e Applausi, il magazine di Gigi Marzullo che raccontava teatro e cultura, come un lento ritorno alla realtà dopo due ore di evasione.
Rai 2 e il doppio registro: fiction e sport
Alle 21:05 andava in onda Cold Case, il procedural prodotto dalla CBS che riapriva i casi irrisolti del passato grazie alla sensibilità della detective Lilly Rush. Il giallo per Rai 2 sin dai primi anni ’90 è un tallone d’Achille. Con Cold Case le caratteristiche richiamate sono quelle del ritmo, dell’emozione e un tono femminile ma forte, che intercettava un pubblico trasversale.
Dopo la fiction, alle 22:40, arrivava Sabato Sprint, storico magazine sportivo con highlights, risultati e interviste del campionato di Serie A: gli anticipi da commentare erano Bologna-Roma e Torino-Palermo per l’11a giornata stagionale.
La notte proseguiva con TG2 Notte e l’immancabile TG2 Dossier a chiudere il cerchio.
Lucio Dalla e Dori Ghezzi su Rai 3 a Che tempo che fa
Alle 20:10 Che tempo che fa con Fabio Fazio, già diventato un punto fermo del weekend. Ospiti di quella puntata: Lucio Dalla, Pupi Avati e Dori Ghezzi. Battute, riflessioni, e quella formula che univa leggerezza e contenuto senza sembrare mai un programma “serioso”.
Alle 21:30 arrivava Alberto Angela con Ulisse – Il piacere della scoperta: un viaggio televisivo nel sapere, tra archeologia, storia e curiosità, raccontato con voce calma e montaggio cinematografico. A Rai 3 spettava il compito di alzare la qualità, quella che parlava a tutti, e che riusciva nell’impresa di rendere la cultura un prodotto popolare per la prima serata.
A seguire, le ultime edizioni del giorno per TG3 e TG Regione e, a seguire, Un giorno in pretura, la rubrica giudiziaria che raccontava i processi italiani come un romanzo civile. Una trasmissione che si è sempre presa sul serio, ma che il pubblico ha rispettato proprio per questo alimentando il suo successo con l’arrivo dei social in Italia.
Canale 5 a colpo sicuro
Dopo il TG5 e Striscia la Notizia – che nel 2008 era nel pieno della sua età d’oro con Greggio e Iacchetti – arrivava il momento della regina del sabato sera: Maria De Filippi con C’è posta per te, quell’anno giunto alla dodicesima edizione.
Parliamo della versione più pura e riconoscibile della televisione Mediaset: empatia, lacrime, ricongiungimenti e sorprese.
Il programma lo conosciamo, funziona come una valvola emotiva collettiva, capace di coinvolgere chiunque: padri, figli, coppie, ex amici. Ogni busta nascondeva una storia universale, e la De Filippi aveva l’abilità di condurla con delicatezza chirurgica, senza pathos forzato, ma con ritmo da show. Quella sera Maria de Filippi invitava in studio Gigi D’Alessio e Andrij Ševčenko ad accompagnare due delle storie raccontate nella puntata vista da 5.7mln di spettatori ed il 28,4% di share.
C’è posta per te ancora oggi tiene milioni di italiani incollati allo schermo, ricordando che il racconto umano restava il vero carburante della TV generalista.
Canale 5, ancora una volta, aveva trovato la formula vincente: emozione e ritualità.
Italia 1 è fedele al suo pubblico giovane e pop
Alle 21:10 proponeva Zathura – Un’avventura spaziale (2005) di Jon Favreau, la versione cosmica di :Jumanji due fratelli, un gioco da tavolo e un viaggio nello spazio tra meteoriti e navicelle. Perfetto per il sabato sera “family” post-cena, con ritmo, effetti speciali e un pizzico di ironia.
Alle 23:20 seguiva Congo (1995), film di Frank Marshall tratto dal romanzo di Michael Crichton: spedizione nella giungla alla ricerca di diamanti, gorilla addestrati e scienziati in pericolo. Era la tipica maratona di Italia 1: doppio film, zero talk, tanta avventura. La rete più americana della Mediaset manteneva il suo DNA leggero.
Su Rete 4 andava in onda Nico (1988), il film che lanciò Steven Seagal, affiancato da una giovanissima Sharon Stone.
Un ex agente Navy SEAL affronta da solo un traffico d’armi e droga: un cult da videoteca, fatto di arti marziali, giustizia sommaria e musica sintetica anni Ottanta.
Dopo i titoli di coda, spazio a Guida al campionato, il classico appuntamento calcistico che preparava la domenica di Serie A. Da quella stagione sino al 2010, il programma si è trasferito su Rete 4 (da Italia 1) ed era condotto da Mino Taveri e con la partecipazione di Susanna Petrone.
Su La7, la programmazione si apriva con La valigia dei sogni, rubrica cinefila che raccontava curiosità e aneddoti prima del film che sarebbe andato in onda di lì a poco: una sorta di anteprima, ecco.
Alle 21:10 andava in onda Il gatto di Luigi Comencini, con Ugo Tognazzi e Mariangela Melato: una commedia gialla, ironica e malinconica, tra crimini, segreti di palazzo e una Roma d’altri tempi. In seconda serata, Crozza Italia con Maurizio Crozza, che portava la satira politica a un livello televisivamente elegante e intelligente.
La7 si è sempre contraddistinta per una rete che non voleva inseguire a tutti i costi il resto delle generaliste, ma prendere una corsia preferenziale: meno share, più identità.
In più: la nascita di SuperTennis
In quei giorni, mentre la TV generalista cercava di tenere accesa la magia del sabato sera, il panorama televisivo italiano si allargava con una nuova frequenza: SuperTennis, il canale interamente dedicato al mondo del tennis.
Lanciato il 10 novembre 2008 su Sky, il progetto nasceva dalla Federazione Italiana Tennis, con l’obiettivo di dare finalmente spazio televisivo stabile a uno sport amatissimo ma spesso trascurato dai grandi network.
La direzione era di Roberto Lombardi, con la benedizione del presidente FIT Angelo Binaghi, e l’idea era semplice: creare una TV verticale per un pubblico appassionato, con match, rubriche, approfondimenti e weekend di tornei internazionali.
“L’importante è cominciare”, dichiarava allora Binaghi — e in effetti SuperTennis sarebbe diventato negli anni una delle esperienze più longeve e riconoscibili della TV sportiva italiana.
Un piccolo segnale del tempo che cambiava: la TV generalista che continuava a fare compagnia a tutti, e i canali tematici che cominciavano a parlare a ciascuno. Oggi SuperTennis è anche una delle realtà visibili free-to-air anche sul digitale terrestre.






